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Anche quando l'amore ci è uscito dal cuore, l'amor proprio rimane; replicò Polissena. Non offendete l'amor proprio di una donna, quando ne avete perduto l'amore. Ma questi sono discorsi vani, tra noi; soggiunse la bella sdegnata. Ditemi piuttosto che cosa contate di fare. Io? chiese Gino, maravigliato. Nulla. Ma vostra moglie è offesa.

Spiegatevi più chiaramente, disse don Francesco con fuoco: voi offendete la duchessa. Che io mi spieghi?... riprese donna Maria un po' sconcertata.... Un abboccamento... la notte... in quel castello isolato, non è forse abbastanza? No: e voi v'ingannate nelle vostre temerarie supposizioni. Come?

Ecco io abbraccio le ginocchia; mi levarò da queste mai, se non mi dái alcun saggio che, avendo a far penitenza tutto l'avanzo della mia vita, in ricompensa io ne abbi a sperare il perdono. CINTIA. Erasto, alzatevi e non mi offendete con questo atto: perché inchinarvi dinanzi a una che vi fu sempre serva? ERASTO. Non mi levarò mai se non mi date prima la penitenza.

Almeno le iniquitá vostre fussero piú nascoste negli occhi de' vostri subditi; ché, facendole nascoste, offendete me e fate danno a voi, ma non fate danno al proximo, ponendo actualmente la vita vostra scellerata dinanzi a loro, però che per lo vostro exemplo gli sète materia e cagione, non che egli esca de' peccati suoi, ma che egli caggia in quegli simili e maggiori che avete voi.

Temo che in questa lettera siavi qualche frase, che venga da voi fraintesa. Vedremo. Leggete ad alta voce. Siete ansiosa? Davvero, don Francesco, voi mi affliggete. Leggete solo, se più vi piace. E si allontanò alquanto. No, non vi offendete, diss'egli avvicinandosi a lei. Ora ve la leggerò. Guardate se io vi amo!... Leggervi io stesso una lettera di Chiarofonte.... E senz'altro lesse.

CRICCA. Non offendete la vostra buona fortuna con queste maledizioni, ma concorrete meco in allegrezza, ché col soffio della buona nuova sparirá da voi la cattiva fortuna. PANDOLFO. Lo farò se averò tanto potere. Dimmi, che allegrezza è questa? CRICCA. La maggior desiderata da voi. PANDOLFO. Orsú, raccontami tanta allegrezza: forsi si sono mutati di parere e me la vogliono restituire?

Ma tanto era lo stesso, oramai egli non aveva più interesse a restare nel suo paese, giacchè era rimasto solo di tutta la sua famiglia. E guardate che bel giovine; non vi offendete e mi guardò come per interrogarmi, io sorrisi non vi offendete, ma non credo che ve ne sia al mondo un altro come quello. E pensare... La vecchia s'interruppe come colpita improvvisamente da un triste pensiero.

DON IGNAZIO. Di grazia, madre, toglietevi di mezzo, accioché, mentre cerchiamo offenderci l'un l'altro, non offendessimo voi e facessimo error peggior del primo. POLISENA. Se le figliole mie sono cagione delle vostre risse, offendendo la madre loro offendete il ventre che l'ha prodotte: questo ventre sia bersaglio de' vostri colpi!

EUFRANONE. Or non vi pregai io, allor che tanto ansiosamente m'era chiesta dalla vostra leggierezza, che ci aveste pensato prima; e al fin vinto dalla vostra ostinazione ve la concessi? Ché il cuor mi presaggiva quanto ora m'accade, che passati quei furori vi pentireste; e per mostrar giuste cagioni del rifiuto, offendete me, lei e tutta la cittade.

Se vi offendete per intenzioni che mi attribuite... E in quale altro modo potreste offendermi? Come ci sono sguardi che fanno arrossire, ci sono desideri e speranze che contaminano. Finchè durano ignorati essi deturpano solamente l'animo che li ha concepiti; palesi, macchiano chi ne è oggetto.