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DON IGNAZIO. O mio caro fratello, o mio carissimo don Flaminio, ché piú desiderata novella non aresti potuto darmi in la mia vita! DON FLAMINIO. Con patto espresso ch'abbiate a sposarla per questa sera. DON IGNAZIO. Or tal patto non potrò osservarlo. DON FLAMINIO. Come? DON IGNAZIO. Perché non basterei a contenere me stesso in tanto desiderio di non gir a sposarla or ora.

A tali immagini, il garzone, pur dianzi così sicuro, sgomentavasi come il fanciullo all'idea del fantasma, e altrettanto abborrendo dalla distruzione quanto prima l'avea desiderata, ascondeva la faccia contro il seno dello sconosciuto, e ripeteva angosciosamente: Padre, salvatemi. , sono Alpinolo; sono il figliuol vostro; salvatemi».

11 dicembre (sera) . Oggi prima di pranzo mia madre mi racconta che Vittoria è fidanzata. Era la fanciulla conosciuta da lei, da lei amata, da lei forse desiderata.... Non ti nascondo una mia illusione: avevo avuta molta intimit

PARDO. O moglie cara, o quanto ho pianto il mio peccato di averti mandato a chiamar da casa tua per condurti in Polonia, preponendo la mia comoditá al tuo discomodo. CONSTANZA. Posso dir che, tenendovi cosí abbracciato, tengo la cosa piú desiderata che abbia al mondo. PARDO. Ed io l'anima mia; ché, rimasto senza te, rimasi un cadavero.

Enrica ripiegò la lettera e la mise nel suo seno per rileggerla più a suo agio. La lettera le piaceva: essa voleva destare grandi passioni: godeva irretire, far vittime con la sua bellezza, con la sua frenesia di piaceri; l'averla amata, desiderata, gi

Fino a due giorni addietro, ignorava pur l'esistenza di Nicoletta Dossena, e ancora ignorava e avrebbe ignorato sempre che la fanciulla era desiderata dall'uomo al quale ella s'era data.

LAMPRIDIO. Amor, favoriscimi a questo inganno, ché non si può far cosa buona senza l'aiuto tuo. MASTICA. Hai la catena ne' piedi? LAMPRIDIO. Vorrei che ti potessero rispondere le mie gambe che appena la ponno trassinare. MASTICA. Io vado: or vedrai la tua Olimpia desiderata.

Negli ultimi giorni di dilazione, egli aveva provate quella febbre tormentosa della impazienza che, all'avvicinarsi di una catastrofe desiderata, sviluppa nei temperamenti irritabili i sintomi della follia.

E l'immagine di Tecla, mescolata alle sue rimembranze d'amore, gli riusciva cara, come a dire un fiore, un nonnulla avuto dalla donna amata; che lo si serba, lo si contempla, lo si porta sul cuore, e fin si pensa di farlo mettere nella bara, la quale nelle mestizie della giovinezza, torna così spesso e così desiderata alla mente.

E un raggio appunto di questa luce tanto desiderata, di questa luce tanto invocata avrebbe potuto diffondersi.... per mezzo del Kloss, del commendator Francesco Kloss, il quale, rovistando nella scrivania del suo procuratore, aveva trovato il famoso dispaccio spedito al Galli dalla duchessa: "Arrivo stasera Milano. Venga subito.