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Ma io non dormo, ca sento, e non me sonno. CAPPIO. Ah, ah, ah! GIACOCO. Mira cca sto todisco mbriaco ca ne lo cacciarissi da no campo de fave, se ride delli fatti miei. Forse quarche mazzamauriello o chillo che pozza squagliare diavolescamente m'avessero fatto deventare la casa mia chiú lontana? Se fosse carnevale, diceria ca s'è ammascarata e s'ha pigliata na mascara de taverna.

«Immaginate l'angoscia che provai a quella sentenza; volevo dire di no; che provassero ad ogni modo; che s'affrettassero... E non potevo dir nulla. La mia voce era morta. Intanto sentii una grande spossatezza invadermi le membra, mi mancarono sotto le gambe, e, se non m'avessero sorretto, sarei caduto.

CAPITANO. Sarei venuto un pezzo prima se i birri e il capitano non m'avessero trattenuto: i quali con molta mala creanza venendomi adosso per ispiar chi fussi, io gli ho lasciati accostare, e come gli ebbi tutti a cerchio a mio modo, mi lasciai andar con un roverscio in tondo e ne feci dieci pezzi d'ognuno.

«Suo marito, gigantesco, soldatesco, poteva esserle padre. Tentava costui assiduamente la fortuna alle tavole del giuoco, con singolare freddezza, con perfetta padronanza di stesso; mentre, intorno a lui, non vedevo se non facce pallide o accese, occhi spalancati, avide bocche, mani frementi. Ella non giocava: leggeva, ricamava, passeggiava nei giardini incantati, lungo il placido mare; ed io non sapevo in che modo accostarla per dirle il prodigioso effetto che la sua vista aveva prodotto in me. Mi pareva che tutte le donne prima conosciute nulla m'avessero rivelato del sesso loro, che ella soltanto lo incarnasse, ne possedesse tutti gli attributi, ne potesse rivelare tutto il mistero. E mentre così pensavo, sentivo anche l'impossibilit

«È un luogo solitario e tristo questo castello; io tremo tutta nel pensare che devo soggiornarvi. Oh! quante volte mi son pentita di avere abbandonata la Francia! non mi sarei mai aspettata, quando seguii la signora per girare il mondo, di essere imprigionata in un luogo simile. Oh! non sarei venuta via dal mio paese, quand'anco m'avessero coperta d'oro.

«Può immaginare, signora Rhoda, come rimasi. Mi pareva come se m'avessero data una gran botta al cuore.... non sapevo più in che mondo mi fossi! Ma la Superiora mi fece animo, dicendomi che non dovevo turbarmi, ma invece ringraziare il Signore che aveva voluto evitarmi i pericoli che una giovane trova infallibilmente nel mondo, facendomi subito trovare una così fortunata occasione di abbracciare uno stato che, per quanto imperfetto, per quanto inferiore allo stato religioso, era pure quello che la Provvidenza aveva destinato al più delle ragazze. Mi fece l'elogio del Duca, della nobilt

La sua roba non la desidero, io non voglio più nulla da lui..... foss'egli mio padre non voglio più vederlo; egli m'inspira odio, ed io non vorrei che dimenticarlo. Egli mi detesta, mi tiene per forza, perchè, dice, gli sono stato imposto.... ma perchè, domando io, impormegli? M'avessero buttato in mezzo alla strada era meglio... era meglio che fossi morto...

Se non avessi saputo il significato della cerimonia, avrei creduto che quei poveri bimbi fossero due vittime condotte al sacrificio; e nondimeno era uno spettacolo non privo di gentilezza e di poesia. Ma l'avrei trovato anche più poetico, se non m'avessero detto che l'operazione sacra era stata fatta dal rasoio d'un barbiere.

Il quale, un giorno, stanco della ripulsa di lei, se fece a parlarle in tal guisa: Voi piangete, madonna, e turbate il riso divino della vostra bellezza. A qual pro' se tutti vi hanno dimenticata? Non parlate così! diss'ella con accento severo. Quando tutti m'avessero dimenticata, non mi abbandonerebbe il pensiero di mio padre. Ahimè, madonna! replicò il Buontalenti. Vostro padre....

Fin qua, da un paio d'anni durante i quali vi avevo tranquillamente esercitata la mia professione di medico condotto, nella piccola cittadina mercantile e malinconica io avevo represso, fin da quando vi ero arrivato, ogni moto ribelle del mio carattere così ombroso, è vero, e pur così passionale e sincero. Bisognava mutar vita addirittura. Io stesso, al quale erano state offerte residenze migliori, avevo preferito questa che mi dicevano uggiosa e difficile e dove m'avevano accompagnato da Napoli, in una triste giornata di marzo, il vento, la pioggia fitta e un'aria scura e fredda, così che m'era parso come se m'avessero inteso e compianto fino gli elementi della natura. Una piccola camera ch'era stata d'un pretore e poi d'un commesso viaggiatore, , in via del Mercato, in un vecchio e sdrucito palazzo del seicento, detto la Casa del Conte, m'accolse da' primi giorni in cui giunsi. M'ero, a mano a mano, costituita una clientela, difficile ma sicura, tra la gente del vicinato: e l'onesta mia maniera di vivere me l'aveva accresciuta. In provincia si continua ad essere stimati per questo. Avrei pure, voglio dirlo, potuto bene ammogliarmi l