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La Gina se ne tornava a casa, colla febbre nelle ossa, colle guance riarse, con una gran sete: si accoccolava per terra, sotto la finestra, al buio, o cogli occhi incantati sui fiocchi di neve che cadevano; nelle ore di notte che non poteva dormire, o che dormiva così a sbalzi, coll'animo sospeso e co' piedi freddi, essa si lasciava andare a ripensare le belle carte di torrone, che.... una volta il babbo le regalava, delle quali ne aveva un fascio in una scatola, quali screziate d'oro e d'argento, quali con bei lembi color cielo, color vestito della Madonna, altre gentili come le perle, altre accese come il fuoco; e ne faceva vesti alle sue bambole di carta, alla Ghiacciata, se ne ornava ella stessa le orecchie, tagliuzzando le laminette di paglia d'oro, tintinnanti; quasi il destino avesse dovuto prepararle, per i suoi begli occhi, una corona di diamanti, come a una principessa.... Così pensava fredda fredda nel letto.

Il romitello mise tosto l'ali, narrando questa cosa per lo chiostro. Lasciâr molti romiti i breviali pel forestier splendente d'oro e d'ostro. Se vi ricorda, al suo fuggire, ho detto che avea ricco vestito e bel farsetto. Venne l'abate in mezzo a venti frati, vide il guascone con le guance gialle, che tenea gli occhi travolti e incantati, e una gota sur una delle spalle.

C'erano i giovani nati negli ultimi mesi, ma c'erano pure gli anziani, che la Teresa aveva nutriti in primavera e che ora al noto richiamo uscivano dalle loro casette di pietre o di legno e si accostavano alla rete di ferro allungando il collo e girando intorno i tardi occhi incantati.

La faccia aveva larga e sbalordita, gli occhi incantati e tondi, e un riso in bocca continuato ad ogni cosa sciocca. Goffo al pensare e al ragionare, e spesso non intendeva ciò che gli era detto, e richiedeva quel che aveva appresso, dicendo: Avete inteso voi quel detto?

«Suo marito, gigantesco, soldatesco, poteva esserle padre. Tentava costui assiduamente la fortuna alle tavole del giuoco, con singolare freddezza, con perfetta padronanza di stesso; mentre, intorno a lui, non vedevo se non facce pallide o accese, occhi spalancati, avide bocche, mani frementi. Ella non giocava: leggeva, ricamava, passeggiava nei giardini incantati, lungo il placido mare; ed io non sapevo in che modo accostarla per dirle il prodigioso effetto che la sua vista aveva prodotto in me. Mi pareva che tutte le donne prima conosciute nulla m'avessero rivelato del sesso loro, che ella soltanto lo incarnasse, ne possedesse tutti gli attributi, ne potesse rivelare tutto il mistero. E mentre così pensavo, sentivo anche l'impossibilit

Io entrava per la prima volta nelle regioni sublimi delle montagne, a passi lenti, e con rispettoso raccoglimento, come un devoto che penetra nel tempio di Dio. Le valli ondulate chiuse fra eccelse rupi, i boschi d'abeti che s'arrampicano sulle roccie fra i precipizii, le acque rumoreggianti che saltavano di balzo in balzo fino al profondo torrente arrestarono lungamente i miei sguardi incantati.

Qualcuno, d'un subito, dopo una lunga corsa lungo il muro di cinta, s'arrestava, si premeva il petto con le mani spiegate, e ansava forte qualche altro, in estasi davanti all'arida vasca di quella che era stata una fontana, in un angolo, non ne levava più gli occhi incantati un altro ancora, che ora si veniva a sedere sulla panca di marmo più prossima alla porta, si voltava a interrogarla senza posa, girando e rigirando il capo, che scattava come per un congegno meccanico.

Giustino cavò lentamente di tasca un involtino, e sedè senza parlare, la testa inclinata sul petto, riflettendo. Sergio stese la mano per ricevere il boccettino. Lo prese, lo nascose sotto l'origliere. Che sogni incantati n'aveva egli fatto, che ore celesti n'aveva egli vissuto su quell'istesso guanciale, faccia a faccia, bocca a bocca con Regina!

Quel giorno, durante il pranzo, se Maria e Giorgio le avessero badato, avrebbero veduto il suo visino pallido, cogli occhi grandi, fissi, incantati nel bel parlatore. Ma invece quel giorno Maria avea ben altro nel cuore, e Giorgio era troppo irritato per poter badare a simili bambinate.

Cosa c'entravano gli alberghi messicani colla musica di Bach? Un anno passò come un sogno, spargendo rose e mirti ai piedi di Anne-Marie: un anno di fantastici viaggi da trionfo a trionfo. La vita per Anne-Marie era come un magico giardino, tutto acceso di fiori incantati che si chinavano al suo passare. I concerti erano la sua gioia.