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Questa sala, o piuttosto cantina, non aveva palco, era a volta, nera ed umida: accanto ad essa erano altre tre stanze, una ad uso di cucina, l'altra ad uso di salotto, la terza ad uso di camera; in quest'ultima si vedevano tre botole le quali mettevano in altrettanti anditi sotterranei, destinati a ricevere l'onesto prodotto della così detta busca dei veneziani livornesi, nome con cui da costoro viene appellato quel giornaliero lor modo d'impadronirsi della roba altrui.

Garibaldi non è rimasto insensibile alle dimostrazioni de' livornesi. Egli è rimasto, sperando cosí di essere piú utile alla Sicilia in particolare ed alla causa italiana. Noi desideriamo che egli venga preposto immediatamente al comando supremo delle nostre truppe, per ricondurle alla disciplina e all'amore della patria, che sempre dovrebbero sentire».

Il giorno 27 era arrivato da Portoferraio il vapore Il Giglio con una deputazione di centoventi elbani, venuti a fraternizzare co' livornesi.

Quanto all'origine di questa leggiadra fantasia popolare, convien ricercarla nella storia di Tristano e d'Isotta, che nel medio evo si propagò per quasi tutta l'Europa, e che procede visibilmente dalle metamorfosi mitologiche. Vedi BOSSERT, La litterature allemande au Moyen-Age, Paris, 1882, p. 298. Ma dal cuore e sulle tombe di amanti sventurati, non soltanto sorgono fiori arboscelli ed altre maggiori piante. A mo' d'esempio, in certa novellina popolare russa raccolta dall'ATANASIEFF e citata dal prof. PRATO (Quattro novelline popolari livornesi, ecc., Spoleto, 1880, p. 105), su la tomba di due fanciulli barbaramente sgozzati dalla zia, spuntano un ramo d'oro e uno d'argento. si può legger senza ridere un canto serbo, che nel luogo dove una giovinetta innocente morí per man del fratello, fa saltar fuori di schianto non gi

Capisco, saranno due comici che, lasciate le scene, verranno qua all'opera di cui sono impresario; due disperati: meglio così; il mio avviso è corso per tutto il mondo, e se non vedo di meglio, fra un mese avrò radunato tanti avventurieri da far che i Livornesi nati se ne dovranno andare a trovare un altro luogo.... Ma no: caspita! non si possono pensar tutte insieme le cose di questo caos; li collocherò fra le spie; questa è la valvola di sicurezza onde non scoppi la gran caldaia, ove bollono i cervelli degli uomini.

A Livorno il parlare di numeri e di cabale è tema favorito; sono buoni i Livornesi che credono ai sogni: perciò la finta maga si attirò la simpatia dei circostanti; e più di un giovane elegante, tirato fuori il taccuino, vi segnò col lapis i tre numeri bizzarramente dati, con animo di giuocarli davvero e ristorare le abbattute fortune.

È inutile: il Rossi parlava come un santo, ma quella sera doveva essere baccano: si festeggiava il nostro arrivo e non poteva essere a meno!... Squaglia, Baldassini, una caterva di Livornesi ci raggiunsero, e tutti insieme rammentandoci le vaghe colline della nostra Toscana, il nostro bel cielo, il volto delle nostre ragazze, idealizzato dalla lontananza, le chiassose baldorie e le ribotte di un tempo, incominciammo a intronare quegli stornelli, che si sentono tante volte sulle labbra gentili delle nostre donne del popolo: stornelli d'amore, malinconici come il ricordo di una svanita illusione, modesti e simpatici come i fiorellini dei campi che l'hanno ispirati, poeticamente rozzi, come coloro che senza alcuna istruzione l'hanno composti.