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Li scuote brutalmente per liberarli, dai puzzi vischiosi e con un gesto vasto fa sbattere, sbattere tutte le finestre di Stazione per la Carnia. Poi parla, parla, ingiuria, fischia, sputa. Ritto in piedi, impreca contro il cielo e chiama alla riscossa tutti i Veneti fratelli. Meraviglioso Vento-oratore! Dove siete, infingardi? Venite! Venite!

Il nostro cuore è ancora pieno di un ciarpame immondo: code di pavoni, pomposi galli di banderuole, leziosi fazzoletti profumati!... E non abbiamo ancora scacciate dal nostro cervello le lugubri formiche della saggezza.... Ci vogliono dei pazzi!... Andiamo a liberarli!

Io difendo mia figlia, e prendo le armi dove sono. Gino rimase un istante sovra pensiero, considerando il pericolo a cui erano esposti i suoi poveri amici ed ospiti di Fiumalbo. Il suo sagrifizio non era dunque bastato a liberarli per sempre? Quella donna furibonda lo teneva ancora incatenato a' suoi piedi? Vi ho detto, signora, quello che volevo io; mormorò egli, dopo quell'istante di pausa.

Alla sera si mettevano tutti in ginocchio, e dicevano le orazioni tutti in comune. Pregavano per la famiglia, per gli assenti, i viandanti, gli emigrati, gli infermi, ed invocavano la salute e le benedizioni del cielo, e si raccomandavano alla divina Provvidenza che li proteggesse in questa vita mortale, rendendoli degni di meritare nella vita eterna il compenso delle sofferte afflizioni. Dicevano requiem pei morti, e ringraziavano il padre che sta nei cieli del pane quotidiano, lo pregavano di perdonare i loro peccati, di difenderli dalle tentazioni, di liberarli dal male. Poi indirizzandosi alla Madonna la supplicavano della grazia di rivedere presto il loro padre, il marito, il figliuolo, in buona salute... e intanto che il Signore lo benedica e difenda dalle disgrazie. E si coricavano tranquilli, pieni di fede, di speranza, di carit

Ma i cittadini?... Dormono anch'essi. Oh, se non vegliarono mai neppure di giorno! Se, cullati dalla pace tra le oziose braccia, hanno sempre gli occhi chiusi ai torti, onde vengono oppressi ogni ora, ogni momento? Vigliacchi! hanno veduto la rovina di tante persone lor care, e tacquero. Che fa a loro il soffrire degli altri? E quand'anche toccano una nuova sferzata dall'oppressore, si risentono un tratto, danno una volta stizzosa pel letto gridando, Come si sta male! poi rattaccano più sodo. Se alcuno alza la testa, vede gli altri che dormono, e non l'odono o non gli badano; onde per lo meglio tace, si adatta, e l'ahi che preparava, finisce in un va bene. Quando verremo a liberarli, non ci cureranno: staranno forse contro di noi. Vigliacchi! Eppure tanti ne conobb'io generosi, pronti a versare il sangue per l'utile comune. Or dove sono? Dove son più quei giorni? Ecco! appena diciannov'anni io conto, e gi

«Perchè i traditori ci allignano più dei fedeli, e i maggiori Baroni di Manfredi ci chiamano liberatori al solito, perchè andiamo a liberarli del loro tiranno al solito, che così si chiama colui che vuolsi tradire.» «Ah! cugino, tanta è l'allegrezza che mi avete recato, che per poco non sono venuta meno.

Chi ha chiamato la forza? Chi ha avvertito il delegato? Morte alla spia! Canaja! Farfo! Giuda! sulla forca!.... sulla forca!... E nel mezzo la lotta continua disperata, corpo a corpo, come un vortice, un gorgo rammulinante. Non si vogliono cedere gli arrestati. Si vuol impedire alle guardie, ai carabinieri di ammanettarli, di trascinarli in prigione. Si vuol strapparli, liberarli a viva forza.