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TRINCA. Vi sète portato, con le spalle, da un Orlando, e avete fatto un gran resistere; non l'arebbon sofferte dieci asini e dieci muli: e con poco decoro avete difeso il gran decoro della vostra capitanía.

Il corpo spariva nelle pieghe dell'abito severo, i lineamenti portavano impressi le stimmate di tutte le torture sofferte, esprimevano eloquentemente la veemenza della disperazione. Un largo solco livido cerchiava gli occhi, che si fissavano lugubremente sul giovane. Invece di provare della piet

L'avvilimento e le pene sofferte le giacevano in petto illanguiditi; come se sopra vi fossero passati parecchi anni. Un raggio di sole sfuggente da una stecca della gelosia, che segnò un striscia d'oro scintillante di polviscolo nel mezzo della camera, la fece sussultare ricordandole la bella luce aperta su la campagna verdeggiante, su 'l mare immenso.

Egli conservava il suo posto di consigliere d'appello, ma la moglie gli diceva sempre che se non lo avevano destituito era per un riguardo a lei e a Gasparo. E si rifaceva delle umiliazioni sofferte negli ultimi tempi: Non mi darete più della visionaria, spero?

Queste osservazioni sono state fatte alla tua presenza? No, pur troppo, sospirò Ettore. Io non le avrei sofferte.... Le seppi per caso.... E mia moglie? La tua signora ti ha difeso strenuamente; si è proclamata sicurissima della tua buona fede, ed ha osato tentare una discolpa della morta.... Ettore s'arrestò per guardare l'orologio. Sono le cinque, disse. Vuoi che ritorniamo?

L’arrivo della contessa dissipò tali dubbi. Era veramente giovane e bella, quale me la avevano rappresentata le sottili trepidanze sofferte; ma il suo aspetto, in luogo di scombuiarmi l’anima, me la tranquillò subitamente: da’ suoi grandi occhi sinceri e sereni usciva uno sguardo riposato e la persona e le movenze rivelavano una calma dolcezza.

«Chiamato da quei vostri concittadini nelle cui mani una ben meritata fiducia ha riposto la temporanea direzione della cosa pubblica, e sopratutto spinto visibilmente dalla mano di Dio, il quale, condonando alle tante sciagure sofferte da questa nostra Italia, le colpe antiche di lei, ha voluto ora suscitarla a nuova gloriosissima vita, io vengo tra voi alla testa del mio esercito, secondando così i più intimi impulsi del mio cuore; io vengo tra voi non curando di prestabilire alcun patto: vengo solo per compiere la grand'opera, dal vostro stupendo valore così felicemente incominciata.

Ella avendo a' sospir le labbra aperte Dal nobil cor tale risposta porse: Che per lo sangue mio fosser sofferte Viltati indegne il Sole unqua non scorse, soffrirò, che per innanzi ei scorga, Ch'a vil catena queste braccia io porga.

La seconda riflessione è la doppia concessione fatta all’asina, cioè la vista dell’angelo e la parola. Premettendo che Dio non dotò l’asina neanche momentaneamente della ragione, ma le permise di esprimere soltanto le fisiche dolorose sensazioni provate per le sofferte percosse, diremo che anche ciò avvenne appunto per castigare l’orgoglioso mago. Quale umiliazione maggiore per un uomo che osa qualificarsi «profeta ascoltante le parole di Dio, intendente la scienza dell’Altissimo, e veggente la visione dell’onnipotente» nel sentirsi rimproverare dalla sua stessa montura di ignorare che in quel momento succedeva qualcosa di straordinario che la faceva agire in modo cotanto per lei inusitato? Quale maggiore umiliazione di quella di sentire un’asinella a rimproverarlo della sua ingiustizia verso di lei, nel medesimo istante in cui egli si disponeva contro la volont

Bonifacio non aveva dimenticato che i due cardinali della casa Colonna, Jacopo e Pietro, avevano osteggiato la sua elezione, e giurò di umiliare questa potente famiglia. Nel 1297 la ruppe con essa per motivi o pretesti che non importa qui riferire. Ne seguì una crociata del papa contro i Colonna; essi fuggirono dinanzi al suo sdegno; i due cardinali, privati della porpora, si ritirarono a Rieti e Sciarra Colonna, allora capo della famiglia, si recò in Francia, dove Filippo il Bello lo accolse con piacere, poichè egli era in guerra con Bonifacio VIII, che lo aveva scomunicato e dichiarato decaduto dal trono. Egli decise con Sciarra di sorprendere Bonifacio in Anagni, dove si trovava nell'estate del 1303, e di farlo prigioniero; a questo scopo Sciarra si unì a Guglielmo di Nogaret, che godeva la fiducia del sovrano. Furono radunati segretamente trecento cavalieri e maggior numero di fanti, e dopo che Nogaret si fu accampato a Ferentino, con alcune truppe pronte ad ogni evento, Sciarra, nella notte del 7 settembre, uscì dal vicino borgo di Sgurgola. I ghibellini di Anagni, che erano del complotto, gli aprirono le porte; egli assalì il palazzo Gaetani e penetrò nelle stanze del papa. Bonifacio oppose alle violenze sofferte un'eroica dignit