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Ne l'altro canto diferisco il resto; che tempo è omai, Signor, di finir questo. 1 Magnanimo Signore, ogni vostro atto ho sempre con ragion laudato e laudo: ben che col rozzo stil duro e mal atto gran parte de la gloria vi defraudo. Ma più de l'altre una virtù m'ha tratto, a cui col core e con la lingua applaudo; che s'ognun truova in voi ben grata udienza, non vi truova però facil credenza.

SAMIA. La padrona mia ti prega che tu voglia amarla come lei fa te e, quando ti piaccia, venire da lei. LIDIO femina. Non intendo. Chi è la padrona tua? SAMIA. Eh! Lidio, tu vuoi straziarmi, ? LIDIO femina. Straziar vuoi tu me. SAMIA. Laudato sia Dio poi che tu non sai chi è Fulvia me conosci. Orsú! ! Che vuo' tu che io le dica? LIDIO femina.

Vero e` che piu` e meno eran contratti secondo ch'avien piu` e meno a dosso; e qual piu` pazienza avea ne li atti, piangendo parea dicer: 'Piu` non posso'. Purgatorio: Canto XI <<O Padre nostro, che ne' cieli stai, non circunscritto, ma per piu` amore ch'ai primi effetti di la` su` tu hai, laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valore da ogni creatura, com'e` degno di render grazie al tuo dolce vapore.

Non te ho prima cognosciuto, Fessenio, perché non t'arei tanto laudato a Lidio. FESSENIO. Avevo forse bisogno di tuo favore io, ah? POLINICO. Conosco ora essere ben vero che, in laudare altrui, spesso resta l'omo ingannato; in biasmarlo, non mai. FESSENIO. Tu stesso mostri la vanitá tua poi che laudavi chi non conoscevi. So io bene che, in parlare di te, non mi sono ingannato mai.

Da Naschirvan provincia dell'Armenia maggiore 10 agosto 1670. Delle Vostre Signorie Serenissime Umilissimo ed obbedientissimo servo FRA MATTEO AVANISENS Arcivescovo di Naschirvan. Esp. Princ. Filza 87. Laudato sia il grande e onnipotente Iddio.

Vero e` che piu` e meno eran contratti secondo ch'avien piu` e meno a dosso; e qual piu` pazienza avea ne li atti, piangendo parea dicer: 'Piu` non posso'. Purgatorio: Canto XI <<O Padre nostro, che ne' cieli stai, non circunscritto, ma per piu` amore ch'ai primi effetti di la` su` tu hai, laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valore da ogni creatura, com'e` degno di render grazie al tuo dolce vapore.

Subito udì lo scampanellìo di un grosso campanone: poi un ciabattare lungo il corridoio: finalmente gli occhi lucenti di un fratacchione scintillarono tra i buchi di un piccolo reticolato infisso nella porta. Sia laudato Gesù Cristo!... Che cosa vuoi, figliuola? domandò con un vocione robusto. Sempre sia!... rispose Lina tutta rossa. Desidero parlare a Fra Leone...

SAMIA. Scuoto quant'io posso. FESSENIO. Che indugi? SAMIA. Oh! oh! oh! Laudato sia il manico della vanga, Fessenio, ché ho fatto el bisogno ed ho tutta unta la chiave perché meglio apri. FESSENIO. Or apri. SAMIA. Fatto è. Non senti tu ch'io schiavo? Or entra a tuo piacere. FESSENIO. Che voglian dire tante serrature? SAMIA. Fulvia ha voluto che oggi si chiavi l'uscio. FESSENIO. Perché?