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Attila balza in piedi esterrefatto dall'orribile sogno.... Uldino.... Uldin!... Non hai udito?... Caspita! lo sento ancora! mormora Uldino.... E il terribile Attila, sguainando la spada, corre furioso per la scena e grida verso le quinte: la gelatina!... sto male di voce.... la gelatina dopo l'adagio!

La gelatina vien precipitata dall'acido tannico, dall'alcool e dal bicloruro di mercurio in presenza di acido cloridrico. I colloidei nel tubo digerente si comportano come gli albuminoidi, però il succo gastrico toglie loro la facolt

Allora, cosa ti piace per il tuo dessert? disse Fräulein scendendo la breve gradinata di sasso a fianco della piccina; Nancy, sola, veniva dietro a loro. Mi piacciono le caramelle per la tosse, disse Anne-Marie, e le sardine; e la gelatina di fragole. E niente altro, soggiunse, recisa; mentre il chasseur e la cameriera che aspettavano sul marciapiedi, la issavano nella carrozza.

Bebè, cullata in quel mare di gelatina, provava una sensazione gradevole, ricambiava le carezze, rideva, sprofondava le dita sottili nelle guance piene, nel collo carnoso della sofferente. Siamo amiche noi, siamo vecchie amiche, non è vero, Bebè? diceva la signora. Come mi chiamo? Signoa Aia rispose l'interrogata. Cara, cara, cara!

Ah brava!... siete qui colla gelatina! dice Uldino.... Gli è un po' rauco difatti, vostro marito. Questa gli far

Il cavaliere, all'ultimo, aveva scrollato il capo, diffidente, convinto anzi che quegli avesse esagerato a posta, per fargli paura. Ma un giorno l'infame dottore, trovatolo, per via, lo aveva preso sotto braccio, e lo aveva condotto nel suo studio. Volete vedere i microbi? Dove sono? Qui. E gli aveva messo sotto gli occhi un tubetto di vetro, con in fondo un dito di gelatina.

Coll'ebollizione prolungata si trasformano in colla o gelatina la quale raffreddata si rappiglia in una massa amorfa, trasparente, elastica, poco solubile nell'acqua fredda, molto nell'acqua calda. Bollita con acido solforico d

Pover'uomo! Tutte le avventure del viaggio, tutte le grandi cose vedute, non lo avevano liberato da un pensiero doloroso che gli toglieva la pace fin dalla prima settimana del suo soggiorno in Tangeri. E questo dolore era una gelatina mal riuscita, fatta da lui un giorno che aveva pranzato in casa il Ministro di Francia; gelatina che aveva dato il primo crollo alla sua riputazione nel concetto dell'Ambasciatore, e che pure era riuscita male non per colpa sua, ma perchè il Marsala era cattivo. Fez, la corte, Mechinez, il Sebù, l'Oceano, egli li aveva visti, egli vedeva tutto a traverso quel disco di brodo condensato. O piuttosto non aveva visto e non vedeva niente perchè il suo corpo era bensì nel Marocco, ma l'anima viveva in piazza Castello. Gli domandai le sue impressioni di viaggio: erano poca cosa. Egli non sapeva capire chi potesse essere quella bestia che aveva stampato quel paese. Mi raccontò delle sue fatiche, delle sue liti cogli sguatteri arabi, delle difficolt

Se vuoi saper chi son cotesti due, la valle onde Bisenzo si dichina del padre loro Alberto e di lor fue. D’un corpo usciro; e tutta la Caina potrai cercare, e non troverai ombra degna più d’esser fitta in gelatina: non quelli a cui fu rotto il petto e l’ombra con esso un colpo per la man d’Artù; non Focaccia; non questi che m’ingombra

Se vuoi saper chi son cotesti due, la valle onde Bisenzo si dichina del padre loro Alberto e di lor fue. D’un corpo usciro; e tutta la Caina potrai cercare, e non troverai ombra degna più d’esser fitta in gelatina: non quelli a cui fu rotto il petto e l’ombra con esso un colpo per la man d’Artù; non Focaccia; non questi che m’ingombra