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«Voi vedete qui, o fratelli, tre dei più valorosi militi di Marsala. Abbiam la fortuna d'averli tra noi, per le solite scelleraggini dei preti. La Marzia con cui i chercuti hanno fatto tanto bordello è stata rubata nello stretto di Messina mentre disponevasi a traversare il Faro coi primi militi della schiera sacra che si disponevano di por piede sul continente italiano, per aprir la via ai corpi dell'esercito meridionale, vittorioso in tutti gli scontri, ed oggi in possesso di Napoli e Caserta, sino alle sponde del Volturno. Essi, i coraggiosi figli del settentrione e del mezzogiorno, hanno per obbiettivo la citt

Avrebbeli forse, senza la spedizione di Marsala. Il re è giovane ed innocente delle colpe del padre; ma i Napoletani odiano la sua stirpe impastata di perfidia. D'altronde, l'unit

Bixio con quella furia che fu memorabile in lui, virò a destra, arenando col Lombardo; La flotta napoletana, informata col Semaforo del nostro arrivo, ci corse subito incontro; siamo scesi in mezzo alla mitraglia, ma Marsala fu occupata. La notte dall’11 al 12 maggio la passammo vegliando ed aspettando il nemico, che non si fece vedere. Abbiamo dovuto marciare su Calatafimi per incontrarlo.

Era una ressa affannosa di generali garibaldini e di uffiziali superiori intorno al nuovo astro sorgente; e intanto tramontava malinconicamente dietro le pianure della Campania l'astro di Marsala. Alle due dopo mezzanotte del 7 novembre tre carrozze da nolo si arrestarono al portone dell'albergo della Bretagna in Napoli.

A Marsala il Presidente del Fascio sig. Ruggieri è coadiuvato nella bisogna dal prof. Pipitone; il presidente del Fascio di Pioppo si coopera col pretore e col comandante il distaccamento delle truppe a ristabilire l'ordine in Monreale.

Vi era tanta eloquenza in quelle brevi parole e nell'occhio corvino della bella figlia di Partenope, che Vigo gettò la mano sull'elsa, sfoderò la sciabola e precipitossi sulle tracce dell'interessante donna, seguíto dai suoi militi di Marsala, svelti come caprioli. Entrare, percorrere la prima stanza e gettarsi pei corridoi, fu un attimo.

Lo sbarco di Marsala e la successiva liberazione dell'isola dal giogo borbonico avrebbero dovuto iniziare un'êra nuova.

Bevuto il Marsala i due giovani uscirono con Bonaventuri.

A Marsala si parlò di dittatura, che poi venne proclamata a Salemi nel giorno seguente, e si confermò il motto: Italia e Vittorio Emanuele. Il 12 maggio si giunse a Salemi, ove si cominciò ad aver la riunione d'alcune squadre di Siciliani. Il 13 si giunse ad una tenuta campestre, il di cui proprietario credo fosse un Mistretta. Il 14 a Vita, ove s'ebbero notizie trovarsi il nemico a Calatafimi.

Qui corse all'idea di molti che il ritardo in mare per ricuperare il pazzo fu giovevole. Giunti a Marsala i due piroscafi, s'incominciò subito lo sbarco, aiutati dai palischermi di varii legni mercantili ancorati nel porto.