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In luogo della quale rimozione e quiete, quasi dallo inizio della sua puerizia infino allo stremo della sua vita, Dante ebbe fierissima e importabile passion d'amore. Ebbe oltre a ciò moglie; le quali chi 'l pruova sa come capitali nemiche sieno dello studio della filosofia.

Antonietta non rispose. Neppure in quel momento la sua indole fierissima le consentiva di venire a spiegazioni, a discussioni con una creatura come Lina, non ostante che le volesse un gran bene.

Sfodra la scimitarra, indi si scaglia Rapido inverso Folco; ei lo rimira, Ed incontrato per la via gli taglia La fierissima man che l'arco tira; però d

Da Roncisvalle scendemmo a Saint-Jean-Pied-de-Port, la capitale degli antichi Baschi di Navarra, cittadella incastellata e fierissima, per dove scende, ancor bianco di montagna, un leggero fiume: la Nive de Béhérobie.

Si assopì da capo. Il padre si sentiva soffocare in quella camera dove si respirava l'agonia ed uscì fuori: vi era del tragico in quella figura di vecchio colpito dalla disperazione. Silvia si era assopita, ma la fierissima febbre rendeva leggiero il suo sonno: erano le sei e mezzo; il treno che veniva da Roma fu annunziato dal suo fischio. Essa si destò di soprassalto: era sola.

Dopo fierissima lotta, dopo essere stati per bene otto volte respinti da Custoza e da Berettara nei quali combattimenti i principi di casa Savoia dettero prova d'indomito coraggio, finalmente gli austriaci del generale d'Aspre che ritornavano all'attacco con sempre nuovi rinforzi poterono nel cadere del giorno occupare Sommacampagna e stabilirsi nella posizione di Custoza.

Loreta, a mano a mano che il Sant'Angelo parlava, acuiva sopra di lui il suo sguardo interrogatore, percossa, côlta da una nuova fierissima perplessit

Fu sotto il peso di coteste terribili emozioni che la contessa, colpita da fierissima febbre, pochi giorni dopo l'arresto del consorte, si sgravò prematuramente di un bambino, che per la grande sua gracilit

Ugo dunque fu accusato: il castello di Aginaldo due notti dopo sorpreso dagli armati di Adalberto, i quali violarono la fierissima vedova rimasta e poi la serrarono in un monistero a fare penitenza: assediato il forte di Gisalberto che lasciava due figliuoletti ed unica guida un maestro d'armi: Baldo ringhiò che sapeva e doveva resistere da , che i suoi capegli bianchì non aveva mai creduto gli avessero a dare la vergogna somma, e Baldo alzò il ponte levatoio giurando di voler uccidere Adalberto e il traditore dell'impresa.

Menavano l'Amira sanguinoso ai quartieri, e Giovanni Villani raccontacome i Saraceni, vedutolo così mal concio, e intesane la cagione, tanto sdegno gli ardesse, che tolte le armi corressero addosso ai Cristiani, i quali avendoli ricevuti a visiera calata, ne sorgesse una zuffa fierissima con la peggio dei Saraceni: la nostra Cronaca però espone che ben essi volevano fare il diavolo e peggio, appiccare il fuoco alla terra, mandare a sangue ogni cosa, e poi ne venisse che cosa poteva venirne; ma lo Amira li trattenne, gridando, non volere che nessuno fosse ardito d'intromettersi nei suoi affari, essere quella privata offesa, e privatamente doversi diffinire; a eterno vituperio gli tornerebbe se altri si mostrasse più pronto di lui stesso a vendicare il suo onore; si rimanessero; a chi primo si fosse di un solo passo avanzato avrebbe di propria mano fatto balzare la testa dal busto: onde, aggiunge la Cronaca, i Saraceni persuasi dall'arringa, in particolare dalla perorazione, consentirono, sebbene di mala voglia, a quetarsi.