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Lo Stato, il Popolo collettivo dall'Alpi al Mare non è, come la scuola materialista vorrebbe, la forza di tutti in appoggio del diritto di ciascuno: è il pensiero d'Italia, il Dovere sociale, come in una epoca determinata gli Italiani lo intendono, dato a norma, a punto di mossa a ciascun individuo.

Chiedetelo al fremito della gioventù che indarno i tirannetti d'Italia tentano spegnere della gioventù serrata, dall'Alpi al mare, a una lega, diciamolo pure altamente, invincibile della gioventù che s'oggi ancora si svia talvolta dietro a nomi e simboli varî, non cede che al bisogno prepotente di moto che l'affatica, ma sorger

Voi avete potenza, oro, eserciti e moltitudini d'uomini pendenti dal vostro cenno; io non ho conforti se non in pochi affetti, e in quest'alito d'aura che mi parla di patria dall'Alpi e che voi forse, inesorabili nella persecuzione come chi teme, v'adoprerete a rapirmi. Pur non vorrei mutar la mia sorte con voi. Io porto con me nell'esilio la calma serena d'una pura coscienza.

Nella guerra delle nazioni oppresse, le circostanze geografico-politiche, in consenso noto degli animi dall'Alpi al mare, e l'opinione europea, hanno decretato che l'iniziativa spetta all'Italia: bisogna accettarla, o abdicare e aspettar salute dalla lentissima, incerta modificazione delle cose europee.

Ad ogni modo, dall'Alpi al mezzodí della penisola era risorta la potenza, cresciuta la civiltá e la coltura degli antichi tirreni; ma erasi concentrata dalla nazione intiera nella gente etrusca.

Qui, dal tepido mar, dall'alpi algenti, Scendon sul lido alla battaglia atroci Scirocco e Tramontana, e a lor veloci Schieransi intorno i bellici tormenti. Dense le negre nubi e gonfie d'ire In groppa ai venti stendonsi pel campo; Il tuono scoppia inseguitor del lampo, De' mostruosi guerrier folle è l'ardire.

Questa è proprio carina!.... I Francesi ce ne dicono di tutte un po', perchè ci siamo dimenticati di Magenta e di Solferino, non accorrendo come un'uomo solo dall'Alpi a Lilibeo, a dar due botte ai Prussiani: i Prussiani ci gabellano addirittura per ingrati perché abbiam loro strappato uno stendardo a Digione.

La medesima sera nasce una baruffa tra' cittadini e soldati stranieri; si combatte, s'appicca il fuoco, e Pavia ne rimane incendiata. Esce Arrigo di essa e d'Italia, in gran fretta. Cosí va il mondo; quella che avrebbe potuto essere magnifica occasione d'indipendenza nazionale, non fu che di libertá cittadine; se ne contenti chi voglia. Chiaro è, un ardor di libertá scoppiava dall'Alpi a Cariddi.

Ma il barbaro in mezzo Al sangue, alle prede Non gode, se Roma In polve non vede; Ed eccol dall'Alpi Furente calar. Qual possa di braccio Avria soffermato Chi tanto al suo ferro Gi

I tempi che il conte Zaccaria credeva di capire si facevano sempre più grossi, e dall'Alpi al Mar Jonio era un fremito di vita nuova che si manifestava negli scritti, nelle adunanze, nelle dimostrazioni di piazza. Il nome d'Italia, lasciato un giorno ai poeti ed ai rétori, era oggi sulle labbra del popolo e non significava più una memoria, ma una speranza, ma un affetto sentito e gagliardo, preparatore d'opere virili. E l'amore di patria portava seco come natural conseguenza l'odio contro il dominio straniero. Palesemente ove non c'eran gli Austriaci, velatamente nelle terre lombardo venete, si parlava d'una prossima alzata di scudi; con quali armi non si sapeva ancora, ma gl'Italiani si contavano, e gi