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FLAMMINIO. Quanto ha che questo fu? PASQUELLA. Adesso, adesso, adesso. Poi mi mandorno, correndo, a dirlo a Clemenzia e a chiamarla. CLEMENZIA. Digli, Pasquella, ch'io starò poco poco a venire. Va'. LELIA. O Dio, quanto bene insieme mi dái! Io muoio d'allegrezza. PASQUELLA. Sta' poco, ché io ancora ho tanto da fare che guai a me! Voglio ire adesso a comprare certi lisci. Oh!

Quella bizzarra, dentro a ridendo, fece per molte scosse l'ostinata; ma perché alfin Terigi va soffrendo e cominciava faccia rassegnata, lasciò la penna e disse: Io mi vi arrendo, ché sono alfin di zucchero impastata. Maledico il mio cor, che buon non sia d'usar con chi l'offende tirannia. Terigi d'allegrezza è di fuori, le bacia in fretta tutte due le mani.

Poc'anzi il vostro servitore è comparso sull'uscio, e voi l'avete rimandato con un gesto. Che! disse il ministro. C'è sempre tempo, per mettersi a tavola. Aggiungete, mio caro Jacopo, che un buon antipasto vale il migliore dei pranzi. La vostra visita mi ha colmato d'allegrezza, sapete?

Le vie per cui passava si vedevano piene di gente affaccendata, che non faceva calca, ma si spartiva in crocchi, in capannelli, in brigate, che vociavano confusamente, alternando tra loro domande e risposte, facendo atti di maraviglia e d'allegrezza, di sdegno, di sconforto, secondo le opinioni e gli umori, come sempre accade nelle popolari ragunate, quando qualche cosa bolle in pentola, e chi la vuol cotta e chi cruda, e chi si contenta e chi no, ma tutti ad un modo si riscaldano nel giuoco.

Al respiro di Gisella rispose il cuore di Maurizio con un sobbalzo d'allegrezza. Ma quel sobbalzo fu tosto represso dal ritorno di un brutto pensiero; dal brutto pensiero che opprimeva da più giorni la mente del signor di Vaussana.

6 Quella vittoria fu più di conforto, che d'allegrezza; perché troppo pesa contra la gioia nostra il veder morto il capitan di Francia e de l'impresa; e seco avere una procella absorto tanti principi illustri, ch'a difesa dei regni lor, dei lor confederati, di qua da le fredd'Alpi eran passati.

MASTICA. Ricordati dimandar quello che ti ho detto, per mostrar che sei figlio a Teodosio. LAMPRIDIO. Non me lo dir piú, ché lo so cosí bene che ricordandomelo piú, me lo faresti smenticare. MASTICA. Tu sei tutto mutato di colore. LAMPRIDIO. Questa insperata speranza d'allegrezza m'ha tolto fuor di me stesso.

Per tanti rivi s'empie d'allegrezza la mente mia, che di se' fa letizia perche' puo` sostener che non si spezza. Ditemi dunque, cara mia primizia, quai fuor li vostri antichi e quai fuor li anni che si segnaro in vostra puerizia; ditemi de l'ovil di San Giovanni quanto era allora, e chi eran le genti tra esso degne di piu` alti scanni>>.

Felice come uno scolaro in vacanze, proseguiva il cavaliere la sua via. Non aveva più sopraccapi a molestarlo, e il cuore gli si gonfiava d'allegrezza. Guardia Gioiosa! Guardia Gioiosa! le tue torri erette, ancora tanto lontane, le vedeva egli con gli occhi del desiderio ad ogni svolta della strada romana, ad ogni radura di bosco, ad ogni squarcio di valle, a Quinto, a Nervi, a Bogliasco, tra gli smeraldi e le perle di quella cintura nuziale che il monte Fasce e il monte Moro, accigliati cavalieri, ma non altrimenti insensibili, sembrano offrire alle ninfe del golfo. Più in l

Macaruffo, strettagli la mano e detto Birba chi manca», sdrajatosi di nuovo sull'ammattonato, pieno d'allegrezza e di buon pro ti faccia, al lume della lanterna guardava, pesava, numerava, fiutava persino i fiorini.