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La carne scoppiettò a quel contatto e per l'aria si sparse un nauseante odore di bruciaticcio. Abd-el-Kerim giuzzò come fosse stato toccato da una scarica elettrica; un rantolo soffocato gli rumoreggiò in fondo alla gola. Riaprì gli occhi girandoli all'intorno. Eccolo svegliato, ripigliò il carnefice deponendo il ferro. Devo mettere in opera il corbach? Non ancora, disse Ahmed.

Erano passati due mesi, quando una notte ebbi la brutta idea di invitarlo a cacciare il leone. Io camminavo innanzi e lui camminava dietro a me. Avevamo percorso parecchie miglia, quando quel miserabile scagliossi a tradimento su di me cacciandomi la sua scimitarra in una coscia. Caddi a terra. Lui mi calpestò, mi sferzò il volto con un corbach poi, non contento, mi sputò in fronte.

Venticinque erano poveri fantaccini sulle cui spalle grandinavano ad ogni istante colpi di corbach che strappavan a loro urla di dolore. Il ventiseiesimo era invece un tenente arabo di alta statura, di forme eleganti ed insieme vigorose. Era più triste e in più deplorevole stato degli altri; camminava facendo sforzi sovrumani e teneva il capo inclinato sul petto.

Non ho che una parola e questa parola la diedi alla greca, d'altronde ecco che viene la tua rivale. Infatti Elenka veniva innanzi correndo come una pantera, stringendo un corbach di pelle d'ippopotamo lungo o flessibile. Un sorriso atroce, un sorriso di gioia sconfinata errava sulle sue labbra e negli occhi balenavagli un lampo feroce, un lampo spietato.

Elenka, si avvicinò alla rivale, con un violento strappo le lacerò la ricca farda trapunta in oro e l'habbaras di seta azzurrina che la copriva, e su quelle carni bronzine e vellutate applicò un furioso colpo di corbach che tracciò una riga violacea.

Orsù, vendichiamoci, disse la greca spietatamente. Tu spregevole almea hai alzato gli occhi fino al fidanzato di una greca di sangue nobile. È un'offesa che non si lava che a colpi di corbach e io strazierò le tue belle carni colla correggia del mio staffile.

Gettò un grido di trionfo alla vista dell'almea che contorcevasi come un serpente sotto i ginocchi del dongolese. Ah! sei in mia mano, finalmente! esclamò ella precipitandosi verso la rivale col corbach alzato. Miserabile! urlò l'almea ebbra d'ira, tendendo le pugna verso di lei. Dov'è il tuo compagno, chiese la greca a Nagarch. Questa furia l'ha ammazzato, rispose egli. Ah!

Il carnefice sollevò l'arabo che non dava quasi più segno di vita e lo legò solidamente al palo con forti correggie di cuoio. Fallo ritornare in , poi gli straccerai le carni a colpi di corbach. Sta bene! Il miserabile si avvicinò al braciere, levò uno degli jatagan, prese i pollici dell'arabo e li serrò attorno al ferro incandescente.

Le parve impossibile di trovarsi sola, le parve impossibile di non vedersi dinanzi la sinistra figura della vendicativa Elenka col corbach in mano in atto di straziarle le nude carni. Credette che la rivale si tenesse celata dietro a qualche tronco d'albero, ma dovette ben presto convincersi che era affatto sola in mezzo alla foresta.

Ogni arma si tese minacciosamente verso gli egiziani che si erano arrestati tremanti di spavento. A morte gli infedeli! gridavano gli uni. Al fuoco gli egiziani! urlavano gli altri. Tagliate a loro la testa! Ammazzate col corbach quei cani! A morte!... a morte!...