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D'un tratto, in mezzo al piazzale, fu un sospingersi, un urtarsi. Che c'è?... Chi è?... Ah, finalmente! Uno che parla! C'è uno che prende la direzione! È il Carotti! Bravo! È il torinese! Un giovane operaio, colla giacca e il viso puliti, i baffetti neri arricciolati, e l'occhio mobile, chiaro, fu portato quasi di peso, sopra una panca d'osteria. Evviva Carotti!

E Maddalena mormorava sotto voce, premendosi il capo del figliuolo contro le gote calde e molli di pianto: Forse ti sarò sembrata ingiusta, cattiva certe volte; senza cuore. Ebbene, accontentami in questo; sposa la Cammilla, e vorrò più bene a te, molto più bene a te che a tutti gli altri. No, mamma; è impossibile rispose Giacomo arricciandosi i baffetti scomposti.

Voi... proruppe la signora Trebeschi, ma poi, con uno sforzo brusco, mordendosi le labbra e i baffetti, riuscì a contenersi voi riprese con calma studiata siete qui per ascoltare, non per parlare. Voi non avete più voce in capitolo e sgranando gli occhi e fissandolo come se lo volesse mangiare, ripetè: in nessun capitolo!

Due occhietti grigi, un naso aquilino, due baffetti ed un pizzo di un colore impossibile fra il biondo e il grigio evidentemente resi così mercè qualche apparato chimico, i capelli appiccicati alle tempia, volti in avanti, divisi da una dirizzatura inappuntabile.

Ogni traccia dell'imbarazzo e della confusione, cui era stato in preda arrivando a bordo, era sparita. Il suo spirito non pareva più assente come poco innanzi. Sul bellissimo viso fresco e roseo, sulle labbra ornate dei baffetti biondi, negli occhi azzurri sotto il grande arco dei sopraccigli, un sorriso beato, un'espressione d'estatica gioia. Marco! Marco! Marco!

Ci sono uomini che hanno la voce dell'altro sesso; rari , ma ci sono.... mormorò il farmacista. E ghignava sotto i baffetti. Due commensali non apersero bocca,

Intanto i padrini si occupavano dei preparativi, e dopo misurata la distanza, fissarono i duellanti l'uno di fronte all'altro. L'Aimoni, colle braccia incrociate, si manteneva grave, taciturno; Ghegola, sempre sorridente, si arricciava i baffetti. Però ci fu un momento, anche per lui, di una dolorosa perplessit

La suora era morta da quattro anni. Quell’onesto e tranquillo sorriso che di fra i baffetti e il pizzo esce a rischiarare, meglio de’ grossi occhi, una faccia lunga e magra quanto la faccia di Carlo quinto, e quell’umile dito che accenna all’alto del ritratto, ove, entro una raggiera di sole, alcuni V, iniziale di veritas, spiegano le parole scritte fuori all’intorno

, era bello; dalla fasciatura usciva la sua fronte alta, serena, il naso affilato; le guancie aveva un po' smunte, ma non incavate, il mento tondo; bei capelli ricciuti, baffetti neri e belli... Era bello Leonardo! E non poterglielo dire, non poterglisi buttar fra le braccia, coprire di baci la sua fronte, le sue guancie, dirgli cento volte: sei bello, sei bello! Silenzio!

Ora egli l'aveva guardata, con quegli occhi belli, vivi, acuti, penetranti. L'aveva guardata amorosamente, appassionatamente; e anche lei sentiva il fascino di quel sorriso che mostrava i denti bianchi sotto i baffetti biondi.