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Ma tu non badi; mi pare anzi di scorgere ne' tuoi occhietti scintillanti di lussuria, che le mie parole non sortirono altro effetto fuor quello di eccitare ne' tuoi sensi un più vivo appetito di lettura. Ti comprendo. La tua è una pudicizia del miglior genere, la pudicizia di moda.

Si allungò, si sdraiò sulla poltrona, e sorridendo, accarezzandosi la barba, arricciolandone la punta colla mano bianca, un po' tremula, continuò a guardare il giovanotto, fissando gli occhietti piccoli, scrutatori. Pietro Laner! replicò, facendo risonare il nome e l'accento.

Traversò due grandi sale; alla terza s'arrestò di botto e sentì le ginocchia piegare sotto il peso dell'emozione. Tre altri uomini signori questi erano nella sala. Appena lo videro, uno di essi, un gentiluomo piccolo, grosso, tarchiato, con due occhietti cattivi, s'avanzò verso di lui. Vecchio! egli disse, voi siete un servitore della casa?

Vedendola, dopo tanto tempo, vedendola ancora più bella, più fresca, più rosea e così bionda nel disordine della toelette, nel morbido languore delle lacrime, gli occhietti del Kloss scintillarono umidi, torvi. Ma si scosse con un altro inchino, un altro saltetto, e si sforzò per contenersi.... e per parlare bene l'italiano, volendo dare maggiore gravit

Gli occhietti rossi ammiccano maliziosamente all'idea del premio serbato alla virtù sulla terra; e ride, di quel suo riso muto, ma tanto espressivo, arricciando le froge sulla chiostra dei denti. Povero Bucino! Ho dovuto rinunciare alla sua educazione compiuta. Il suo padrone, un contadino del colle qui presso, dice che glielo svio; perciò da otto giorni non mi faccio più vedere da quella parte.

Un paesuccio raggruppato attorno al campanile nuovo; poche casette che spiccavano in alto, scintillanti al sole, in mezzo alla montagna tutta verde fino alla cresta bigia; poche casette bianche e quiete sotto i tetti neri, colle piccole finestre, come occhietti ridenti, piene di fiori.

Gli occhietti neri, vivaci, troppo piccoli, scomparivano nel grasso della faccia, sembravano due bucherelli neri; il naso rotondo, come senza ossa, lucido, polputo nelle nari, era sommerso fra le due masse carnose delle gote.

I suoi occhietti brillavano nel buio come due carbonchi. Gli sedetti dirimpetto, e, sorseggiando quel vinettinino davvero squisito, si cominciò a chiacchierare. Il lettore si imagina di leggieri quali dovettero essere e come insistenti le mie domande.

Si chiamava Antonietta Canserano, aveva diciotto anni, era molto bellina. Quel corpo inerte rimase tre ore. A poco a poco le bestie immonde riapparivano. De' piccoli musetti, dei piccoli occhietti spaurati spuntarono pei buchi. La ragazza rimaneva immobile. Finalmente si seppe il fatto. La vanella si empì di gridi femminili.

Nel gabinetto il silenzio diventava greve. Malgrado la lunga pratica, anche la signora Cesarina cominciava ad essere imbarazzata dal contegno umile e dolente delle due donne: per solito non accadeva così. I suoi occhietti neri andavano dal viso dell'una a quello dell'altra senza che sulla sua faccia magra ed impenetrabile apparisse nulla, ma il suo giudizio su loro era gi