United States or Tunisia ? Vote for the TOP Country of the Week !


36 Quivi parendo a lei d'esser sicura e lontana a Rinaldo mille miglia, da la via stanca e da l'estiva arsura, di riposare alquanto si consiglia: tra' fiori smonta, e lascia alla pastura andare il palafren senza la briglia; e quel va errando intorno alle chiare onde, che di fresca erba avean piene le sponde.

Il luccichìo del torrente che serpeggiava in mezzo alle erbe folte della prateria risvegliò a un tratto in Flora la sensazione fisica d'una lunga e acre arsura che la tormentava da un pezzo, confusamente percepita, ma non riconosciuta nell'oscurit

Pietro si ritrasse dalla finestra e fece ancora qualche passo a caso, tentennando. Il suo viso color della cenere aveva dei solchi profondi sotto agli occhi, intorno al naso. Sentiva la febbre martellargli i polsi e una arsura insopportabile in gola. Cercò la secchia dell'acqua che aveva portato su nella notte. Era quasi piena. Se l'accostò alle labbra e bevve, bevve.

Come se me l’avessero calpesto il cor mi duole, e fede m’abbandona: mi sferzan tutta, carne anima vene, le passïoni con ardor selvaggio, ed io sento che vano è il mio coraggio, sento la morte o la follia che viene.... Toccate quanta arsura ho nelle mani, guardate quante fiamme ho dentro gli occhi. Fate ch’io preghi, curva sui ginocchi, come nei giorni placidi lontani!...»

Di fianco a lei, sopra un tavolino era un calice d'acqua ghiaccia, per le labbra in arsura; insaziabile, la sete della fatica doveva torturarla.

Io nacqui in Libia, ove cocente arsura Di fortissimo sol percola i liti, E corsi i campi, e non mi fean paura Ira di tigri, o di leon ruggiti; di l

E ciò che non è indifferente a notarsi non teneva più in casa neppur un filo con cui far danaro. L'abbiamo veduto fare la barba ai solini da collo sfilacciati. Segno di grande arsura!

Quel giorno, dopo tanto erotico digiuno, ella sarebbe stata in gran vena di pazzie; e se Filippo avesse saputo fare, ella sarebbe tornata sua amante d'un giorno, con entusiasmo, malgrado la manifesta arsura di lui. Povero Filippo Marliani!

Stillava il suon sulla mia febbre, fresco sfaldandosi nel cuor come la neve. L’invincibile arsura che mi strazia s’abbeverò a gran sorsi alla tua fonte, o figlia mia, che porti sulla fronte, simile a stella, il segno della grazia. Ero in ombra, addossata a una parete. Tu non vedesti la marmorea faccia, il muto amor che ti tendea le braccia, l’amarissima bocca arsa di sete.