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Messere Antonello, mio padrone, dice che il Borgo, senz'altri aiuti di vettovaglie, può tener fermo ancora sei mesi. , , dagli retta! Noi ci abbiamo intorno a ciò ben altri ragguagli. Ma basti; tu hai fame e sete, tu; ed io, vedi, quantunque da noi si abbia avuto cura di asciolvere, la fame l'ho ancora sui denti e la sete l'ho sempre. Gli è un vizio che m'hanno lasciato i vaiuoli.

Ed ecco ora com'ei li rimerita! Oh, per questo, non dubitate; disse il Maso a lui di rimando. E potrebbe darsi ancora che il Bardineto avesse fatto male i suoi conti. Io me ne vo difilato da messere Antonello e gli spiffero ogni cosa. Mastro Bernardo rimase un tratto sovra pensiero.

Cinquecento ne aveva Bartolomeo da Modena; dugento per ciascheduno Giovanni da Cuma, Soncino Corso e Carlo del Maino; trecento Cipriano Corso, duecento Antonello da Montefalco ed altrettanti il Vecchio Calabrese; cento il Giovine Calabrese, cento Battista di Rezzo, come Carlino Barbo, Bertone Maraviglia e Bertoncino il Poccio, da ultimo, ne aveva cinquecento egli solo.

Carretto e San Giorgio! Ohè, Finarino, così ricevi gli amici? Il soldato lo udì, e per fermo lo riconobbe eziandio, poichè fu sollecito a scendere la sua scaletta a piuoli. Intanto il Maso si avvicinava di buon passo alla beltresca. Amici, perdio! seguitava a gridare. Sono il paggio di messer Antonello da Montefalco, scampato or ora dalle ugne dei genovesi. , ti ho riconosciuto, buona lana!

Ed era andato, come gli raccomandava il padrone; e al tempo in cui lo ritroviamo, era paggio, cioè a dire governava il cavallo di messer Antonello da Montefalco, capitano dei finarini dopo la partenza di Francesco del Carretto, il quale, come sanno i lettori, aveva imitato il corvo dell'Arca.

Alcuni drappelli di finarini erano usciti dalla porta di San Biagio a foraggiare nella campagna di Pertica; dappoichè, non solamente difettavano le vettovaglie pei combattenti, ma eziandio la paglia e lo strame per quella moltitudine di cavalli che il marchese Galeotto aveva radunati nel Borgo. Messere Antonello da Montefalco guidava egli stesso quella importante fazione.

E di messere Antonello da Montefalco, ai servigi del quale sono accomodato come paggio. Di quel traditore, che in principio della guerra era con noi? Grama casacca, quella che dentro l'anno si volta! Buon per te che non lo servirai più. Vuoi restare con me? Messere, rispose maliziosamente il Maso, questo sarebbe un voltar casacca ancor io.

Ma, non so niente, mi pare. Meglio per voi. Andate, buon zio, e fate com'io v'ho detto. Il magnifico nostro signore e tutta la famiglia vi sapranno grado di tutto, non dubitate. Basta, mi fido di te. Hai una certa testolina, che, sto per dire, se comandassi io, ti metterei subito al posto di messere Antonello da Montefalco. Ora, addio; vo a salutare la Rosa....

No, no, rispose egli poscia, non lo fare! Chi è, dopo tutto, questo messere Antonello? Un buon capitano, dicono; ma che altre imprese ha egli fatto finora? Un giorno, te ne ricordi? se non ci mettevano mano le nostre donne, e' si faceva pigliar prigioniero insieme col cugino del nostro marchese, col magnifico Spinetta del Carretto. Quell'uomo non mi quadra, affediddio, non mi quadra! Viene dall'esercito genovese, ch'egli ha abbandonato per una differenza di pochi fiorini; e chi ti dice ora?... No, no, ragazzo mio; fidarsi è bene e non fidarsi è meglio. Gi

Per quella volta Antonello da Montefalco trovò il nemico, non pur preparato a riceverlo, ma così forte da ributtarlo al primo scontro. E peggio fu, quando dal colle dell'Argentara messer Pietro Fregoso mandò una grossa mano di fanti, che pigliassero in mezzo la cavalcata nemica. Rotte le ordinanze, gli uomini del Montefalco non pensarono più ad altro che a mettersi in salvo; e tale era la confusione, che finarini e genovesi per lungo tratto mescolati si spingevano sotto le mura, mettendo i custodi della porta nel bivio più doloroso a cui si trovassero mai soldati dabbene, o di alzare il ponte e chiuder fuori gli amici, o di tenerlo calato e per salvar cinquecento perdere i quattromila, e con essi dar la citt