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Dov'è il signor Franciscolochiese il giovane pressato. È fuori. E Margherita? la signora? Attorno anch'essa. Ma dove, in nome di Dio? Il Malcolzato non rispose che facendo spalluccie.

Tu, con cui scorre libera E aperta la parola; Tu, d'ogni umana lagrima Educata alla scuola; Tu, che dai per un obolo Ciò che l'altre, per anni, Con amarezze e inganni, Vendono a caro prezzo! No!... L'amor non è l'unica Gioja al mortal concessa! Anche l'odio ha i suoi gaudî! E la vendetta anch'essa! Vieni, povera vittima, Vieni!... Al tuo sen mi stringi!

E... la governante? domandò poi abbassando ancora la voce. Si è ritirata anch'essa, rispose la monaca senza voltarsi. Il vedovo andò al camino dove ardeva un buon fuoco, sedette e si diede a fissare le fiamme che danzavano sui tizzi. Regnava il più profondo silenzio. La monaca stava immobile sull'inginocchiatojo a pregare; il marito di quella morta immobile a contemplare il fuoco acceso.

Anch'essa aveva un pensiero d'amore che si volgeva dolorosamente alle Carceri Nove; ch'essa era amante e fidanzata del giovane Tognetti; ma all'aspetto di quella immensa sventura, che aveva colpita la sua cugina Lucia, dimenticava gli affanni suoi proprii per dividere le pene atroci della moglie di Monti.

Il Tolstoi, il Dostoiewski appartengono a una razza che si occupa anch'essa del mondo interiore, e rimugina le proprie sensazioni, e si tormenta con i casi di coscienza. I tre grandi artisti rappresentano la concentrazione, la somma di queste qualit

Il tenente presentò a mio zio, com'era giusto, anche il suo biglietto di visita, con tanto di corona sopra: mio zio fe' due occhi di barbagianni, s'inchinò, strinse le labbra come se assaggiasse del vin santo, passò il biglietto alla figlia, che si profuse anch'essa in riverenze. Corbezzole! un marchesino non capita tutti i giorni tra' piedi; non si sa mai ciò che un marchesino può diventare.

«Dunque anch'essa è mortarispose Bianca venuta dietro donna Placidia, e rimasta a piè dei gradini dell'atrio, tremante come si sentisse rea di quella morte. «Essa vive! proruppe don Marco, non riconoscendo quella voce: ecco la sua glorificazione!

La vecchia bestia si destava di quando in quando, e porgeva orecchio anch'essa, non se udisse birri a venire, ma allo sgrigliolio dei ferruzzi di Marta, scambiandolo forse pel rosicchiare d'un sorcio. Vedendo la fantesca, chinava la testa, e subito si rimetteva a ronfare.

Allora il pensiero la riportò a Leonardo. S'immaginò cieca anch'essa, provò a sbarrare gli occhi, a fissarli nel buio, a tentar di raccogliere i contorni degli oggetti che ella conosceva, e invano, e provò a dirsi che quella camera nera era un mondo nero, e che, dannata a vagolare per le tenebre, non doveva più vedere un raggio di sole.... Ahi! povero Leonardo! Ernesta mormorò la voce del cieco.

Gregorio quando avesse voluto operare diversamente non sarebbe riuscito, imperocchè oggimai i gesuiti, e i teatini si arrogassero verso i Pontefici l'ufficio che i profeti giorno esercitavano co' re, e co' sacerdoti d'Isdrael; cresciuti nel deserto, custodi rigidi delle vetuste discipline, di repente comparivano per rampognare, punire, e correggere; assillato da cotesti mali cristiani, fino con 400,000 scudi per volta sovvenne Carlo IX nella impresa di lacerare da cima in fondo la Francia; da lui prese vigore la lega contro Enrico III, Enrico IV, quegli ucciso, questi ribenedetto dai preti perchè picchiava forte, e spesso: egli istigatore delle ribellioni d'Irlanda contro Elisabetta; egli irrequieto sollecitatore della guerra di Spagna contro la Inghilterra; e in quella il Vicario di Dio parve capire alla rovescia lo intendimento del suo padrone, però che una ventata delle solenni mandasse a rotoli la grande armada; onde Elisabetta, anch'essa, coniò la sua brava medaglia con le navi spagnuole sottosopra, e il motto: affiavit Deus et dissipatti sunt.