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Che trionfo di vita e di baldanza. Quanta grandezza in te, quanto futuro, Che soffio di speranza!... Fiore di landa fra le nevi aperto, Tu sognavi, sul verde agile stelo, I cieli del deserto: Gracil patrizia, tu gli abeti foschi Sospiravi de l’Alpe, il mar di spuma, La libert

I viaggiatori cominciarono a salire gli Appennini: a quell'epoca que' monti erano coperti da immense foreste di abeti. La strada passava in mezzo a questi boschi, e non lasciava vedere che rupi spaventevoli sospese sul loro capo, a meno che qualche radura non lasciasse distinguere momentaneamente il sottoposto piano. L'oscurit

I tronchi secchi degli abeti minacciavano di afferrargli l'elmo e portarglielo via: egli dovette premerlo su la nuca, si fermò per rendersi più piccolo e sollevò con la sinistra il fodero dello squadrone affinchè non gli impedisse le gambe.

Appena fuori del prato, quasi sommerso nell'ombra degli abeti, la notte parve loro più chiara, le stelle scintillavano a miriadi, la strada era bianca. Bice e Lamberto camminavano adagio, senza parlare.

Ma Nello produsse ancora una diversione; tutti si alzarono dirigendosi dal giardino verso il bosco, che si allungava cupo di abeti a fianco della villa.

Fuori sul prato, nell'ombra rotta dai due grandi fanali a fianco della porta, si travedeva qualche vaso, e un poco più lungi, a sinistra, i primi gruppi degli abeti si alzavano come un fumo dapprima compatto, poi meno denso in alto, dentro la notte. Non aliava vento; solo il murmure del fiume si allontanava mestamente per il fondo della valle.

Maria, che dormiva a brevi tratti di un sonno agitato e pieno di visioni, svegliavasi spesso tutta in lagrime, e, chiamando il buon padre e cercandolo, lo trovava svenuto sul suolo, colle mani ancora giunte in atto di preghiera. Tutte le foglie erano cadute, il terreno ne era giallo; restavano intatti i pini e gli abeti nella loro cupa veste che resisteva ai venti.

Frattanto, il suo mite sorriso correva sulle acque, illuminando quella pace profonda, meglio che non facessero i raggi obbliqui del sole, penetrando a lunghi sprazzi dorati tra i faggi e gli abeti, lunga e fitta selva di lance vigilanti, ond'erano contornate e chiuse le verdi rive del lago.

Trattandosi ora degli alberi che rimontano nella zona alpestre, comincieremo col pino selvatico, abbastanza diffuso nelle foreste superiori di Val Vesubia, del Tournairet, dell'Aution e di Val Roja, e spesso limitato ad uno dei fianchi, mentre sull'altro primeggiano abeti o larici. In generale, il pino si mostra nei siti più secchi, contentandosi di un suolo piuttosto ingrato.

E non doveva trattare Aminta come un fratello? Vi ho detto dianzi, quando eravamo nella casa Mandelli, che la veduta era molto ristretta. Ma la prospettiva oramai si allargava, per il conte Gino Malatesti. Di lassù, anche tra i cerri e gli abeti, vedeva gi