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Le cateratte del cielo improvvisamente s'aprirono e una pioggia furiosa si rovesciò sui combattenti mescolandosi ai torrenti di sangue che correvano pei boschi. Il vento cominciò a ruggire, la folgore a scrosciare, i lampi guizzarono illuminando d'una luce livida, infernale, l'orribile macello. Anche il cielo era contro i disgraziati che Hicks pasci

Frattanto, il suo mite sorriso correva sulle acque, illuminando quella pace profonda, meglio che non facessero i raggi obbliqui del sole, penetrando a lunghi sprazzi dorati tra i faggi e gli abeti, lunga e fitta selva di lance vigilanti, ond'erano contornate e chiuse le verdi rive del lago.

Dixiti che questi perfecti avevano la condiczione del sole; e cosí è, illuminando e scaldando, per la dileczione della caritá, e' proximi loro, e con questo caldo facevano fructo e germinare le virtú ne l'anime de' subditi loro.

Una sera, mentre la luna s'alzava sull'orizzonte illuminando vagamente gli esili minareti di El-Obeid e le tende dell'accampamento degli insorti e le stelle fiorivano in cielo scintillando vivamente, due uomini avvolti in candidi taub se ne andavano a lenti passi verso la strada che conduceva al lago Tscherkela. Uno era Ahmed Mohammed, l'altro era lo sceicco Abù-el-Nèmr.

Bancone si arrovesciò a suo modo sul seggiolone, e illuminando la sua larga faccia melensa d'un sorriso beato di compiacente abbandono, disse anch'egli con degnazione di principe in baldoria: Suvvia, sentiamo. Parli pure, dottore, e voi altri bevete, che diavolo!

Intanto era calata la notte profonda, la luna piena splendeva sul più limpido cielo illuminando lo splendido anfiteatro dei monti.

Il sole alzavasi allora sull'orizzonte, illuminando vivamente i minareti, sui quali strillavano i muezzin o medin, invitando i fedeli all'es-sobh o preghiera del mattino.

In ultimo, uscivano in fila, l’uno dietro l’altro. Come avevano presa la mano di Violetta, un po’ di profumo, d’un forte profumo muschiato, restava loro nelle dita; e n’erano turbati alquanto. Allora, nella via si riunivano in crocchio, tenevano discorsi libertini, si rinfocolavano, cercavano d’immaginare le occulte forme della cantatrice; abbassavano la voce o tacevano, se qualcuno s’appressava. Pianamente se ne andavano sotto il palazzo di Brina, dall’altra parte della piazza. E si mettevano a spiare le finestre di Violetta ancora illuminate. Su i vetri passavano delle ombre indistinte. A un certo punto, il lume spariva, attraversava due tre stanze; e si fermava nell’ultima, illuminando l’ultima finestra. Dopo poco, una figura veniva innanzi a chiudere le imposte. E i riguardanti credevano riconoscere la figura di Don Giovanni. Seguitavano ancora a discorrere, sotto le stelle; e di tanto in tanto ridevano, dandosi delle piccole spinte a vicenda, gesticolando. Don Antonio Brattella, forse per effetto della luce d’un lampione comunale, pareva di color verde. I parassiti, a poco a poco, nel discorso, cacciavan fuori una certa animosit

Nella camera matrimoniale, per le finestre aperte, il sole di settembre ancora caldo ed allegro entrava a larghe ondate, illuminando i cantucci più lontani. Un raggio d'oro pioveva precisamente sopra il quadro di San Giorgio appeso alla muraglia, presso il capezzale destro, ed andava a incorniciare, presso il capezzale sinistro, l'imagine del conte Belinzaghi vestito da pagliaccio, ritagliata in un giornaletto satirico. Sul canterano, di fronte all'alcova, erano allineati alcuni soldatini di piombo forse rub

Liquidata in tal modo la partita pendente, scomparvero le allucinazioni che mi avevano lungamente molestato. La luce serena del vero, illuminando il numeroso corteggio degli anni che mi trascinavano alla vecchiaia, e l'ilare aspetto dell'innocenza che apriva la serie de' miei discendenti ristabilirono pienamente nel mio spirito la calma serenit