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Aggiornato: 12 giugno 2025
Vi era una volta una fanciulla ohimè! quante ve ne furono e quante ve ne sono! una fanciulla che doveva pacificamente sposare un giovanotto. Costui era un bravo ragazzo, negoziante all'ingrosso di spirito e di zucchero: i suoi buoni amici dicevano che del primo non gliene rimaneva mai in deposito e del secondo troppo, volendo significare, con una ignobile freddura, che era buono e stupido. Viceversa, la fanciulla aveva un professore di lingua italiana che la dichiarava un ingegnaccio; ella leggeva romanzi e parti letterarie di giornali illetterati assisteva a conferenze scientifiche, storiche e poetiche, spiegava sciarade, era immancabile alle prime rappresentazioni, prendeva viva parte alle discussioni critiche ed inutili che ne scaturivano: insomma una fanciulla moderna, una fanciulla superiore. Qui si comprende che prima di diventar tale, il suo matrimonio col negoziante di zucchero e spirito poteva sembrar logico, ma giunta che fu la superiorit
Pareva una piccola edizione disseccata e striminzita della signora Doyle. Giovine volatiletto occidentale, disse Aldo fra sè. Ma ecco entrare il domestico col caffè sopra un grande vassoio d'argento, e dietro di lui un altro domestico colla panna e lo zucchero sopra un altro grande vassoio d'argento. E l'opulenza, e l'atmosfera di placida potente ricchezza vinse l'anima di Aldo.
Il sottoprefetto di Chalons è una pasta di zucchero: Corso, è contrarissimo a Napoleone: sottoprefetto è un sansculot di prima forza! Oggi ero di guardia: si è trattenuto un poco con me sul terrazzo: mi ha parlato della Francia colle lacrime agli occhi ed ha finito con accenti di disperazione. Sul far della notte ha mandato una damigiana di vino e del salame ai soldati.
Questo senso guida l'uomo e specialmente i bruti, alla ricerca degli alimenti. I sapori si dividono nelle classi seguenti: Dolci: come lo zucchero, i datteri, i fichi, ecc., e hanno propriet
Antonio e della signora Palmira, scolaro ginnasiale scioperatissimo. La signora Palmira conosceva del non egregio suo Giacomino tutte le prodezze: dalla vendita della grammatica latina per acquistare il diritto di copiare i problemi, alle lezioni marinate con superba disinvoltura; sapeva perchè diminuiva lo zucchero ed aumentava in modo anormale la lista del calzolaio e del sarto. Il padre, cav.
Si bolliva nell'acqua? Si bolliva nel latte? Lo zucchero si metteva prima? dopo? a bollire col riso?... Compresero che avrebbero fatto un pasticcio. Una crema, propose la fanciulla. Ma eran sempre daccapo.
In quel mezzo gli venne veduta la chicchera del tè, col liquido nereggiante per entro. Ecco il nappo della vita! diss'egli. E ricordando il sapore che vi aveva sentito la sera addietro, volle assaggiare il suo tè. Diamine! È amaro sempre. Ci ha messo lo zucchero? entrò a domandare monna Zita, che non capiva una maledetta di quegli esperimenti. E chi ne sa niente?
Nella camera dell'Albergo d'Italia io entrai come si entra da un pasticcere quando si è stati privati di zucchero per molto tempo. Parlai d'amore con lirismo variopinto e modulatissimo offrendo tutti i trampolini vellutati alla dedizione della bella donna, ma in realt
Volpe dopo aver spedito mediante un motociclista un ordine bancario da telegrafare in Borsa a Genova mi fa ammirare i magnifici porcelli e le oche catturate che si sbattono e rumoreggiano nella navicella di un draken-ballon austriaco custodito da Ghiandusso. Ha trovato anche farina e zucchero e molte casse di sigarette ungheresi.
La tendenza purtroppo naturale a sfruttare il lavoro straniero, trova facile incitamento nelle ristrettezze finanziarie. In certi casi è stata negata agli operai la mercede pattuita, dopo lunghi mesi di pesante lavoro compiuto nelle estancias, sui campi, in qualche fabbrica di zucchero; e intanto quegl'infelici vivono di fame!
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