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Aggiornato: 24 luglio 2025


Nella notte insonne tornavano in mente a Varedo i passi principali del suo discorso, frutto di lunghe meditazioni, destinato, se non lo illudeva l'orgoglio, ad allargar gli angusti orizzonti della politica italiana, a sollevarla dalle miserie parlamentari, ad additar forse lui, Alberto Varedo, come un possibile rinnovatore della coscienza nazionale. A nessuno, neanche a San Giustino, egli aveva comunicato tutti i punti salienti di quella arringa; egli ne serbava le primizie alla Camera di dove la sua voce, udita dai colleghi, raccolta dagli stenografi, sarebbe volata lontano... E ora, alla vigilia del suo trionfo, egli avrebbe disertato il campo? Avrebbe lasciato che Zonnini parlasse in vece sua? Che impicciolisse le questioni con quel suo spirito di stenterello?... Varedo si rifiutava a fregiar del nome di emulo questo Zonnini leggero, superficiale, che aveva inforcato per snobismo il cavallo delle idealit

Le congratulazioni di San Giustino e di Zonnini non erano le meno calorose, quantunque il primo trovasse che il suo collaboratore aveva avuto torto a far un discorso da Presidente del consiglio, e il secondo, invidiosetto per sua natura, giudicasse in cuor suo l'eloquenza di Varedo un po' vuota ed enfatica. Magnifiche frasi, chi lo nega? Ma sotto il brillante involucro, che cosa c'è?

Quanto più Varedo s'accorgeva che Zonnini sarebbe stato disposto a sacrificarsi, tanto maggior riluttanza egli provava a spianargli il cammino. Vedremo egli sospirò. Capisco che prima di domattina non mi converrebbe di partire... Intanto spedirò un telegramma. Naturale... Usciremo insieme, se non vi dispiace propose San Giustino.

Ne ha più voglia lui di me... Ci va tutte le sere. Che esagerazioni! Ci fui due volte... Ma vi assicuro io ch'è un bocconcino... A commento delle sue parole, l'onorevole Zonnini portò la mano alla bocca e si baciò le punte delle dita.

Ah esclamò Alberto Varedo è lui, non c'è dubbio, è Zonnini che ha inspirato questo entrefilet. È lui che si prepara garbatamente il terreno... Ma l'uva non è matura, carino. I conoscenti che lo incontravano per via lo fermavano. Dunque non parti? Dunque hai ricevuto migliori notizie?

Uno, due, tre, anche la signora Daria fu in piedi; ma sia che non trovasse subito il suo equilibrio, sia che il farsi reggere avesse qualche attrattiva speciale per lei, ella si appoggiò con tutto quanto il suo peso al braccio di Zonnini. Le gira il capo? egli le domandò con premura. Oh... passer

Imposterò il mio dispaccio alla succursale di Borgo Nuovo. Vengo anch'io volentieri da quella parte soggiunse San Giustino. S'incontra meno gente. Ma Zonnini e Fraschelli erano dispiacenti di dover prendere la direzione opposta. C'è questo demone tentatore spiegò Zonnini accennando al giornalista che vuol condurmi all'Alhambra, a veder la rivale di Venere. Fraschelli protestò. Non gli date retta.

L'idea di dare il gambetto al suo carissimo amico non era lungi dal sorridere al buon Zonnini; però egli fece il modesto e il ritroso. Per carit

Dalla macchina all'ultimo vagone corse il grido: Pronti! Pronti! Il treno si mosse. Ricordati di farmi spedir le bozze del discorso gridò Varedo a Zonnini cacciando il capo fuori del finestrino e salutando a destra e a sinistra. Nell'interno della vettura i tre colleghi almanaccavano sulla crisi e sulla sua probabile soluzione. Ecco chi la sa lunga disse uno di loro accennando a Varedo.

Eh, le mamme son tutti eguali notò Zonnini. A proposito, avevi bisogno di me? Era un pretesto rispose Varedo con una spallucciata. T'avevo tanto raccomandato di lasciar in pace quella vedova! Ah, era per lei! esclamò l'altro ridendo. Io mi ci diverto un mondo. , e i Feana eran verdi della bile. Appunto... Quest'era il più comico. Sarai eternamente un fanciullo. La fuga.

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