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Io, benchè indarno procurar vittoria Oggi mai possa d'Ottomano a l'armi, Vuò tal de l'opre mie lasciar memoria, Che Lucifero almen deggia lodarmi, Gli risponde Asmodeo; s'odi l'istoria Ond'io contristo il cor, non che biasmarmi, Anzi compiangerai, s'oggi quì piango, Di caro desir privo rimango.

A chi purtate ncoppa?! Vuo' ascí o no? Pe sta dinto 'a casa mia e nun esce! Ma vuie 'a legge 'a sapite o no? Qua legge e legge! Int' 'e ccase noste nun c'è legge! Nun c'è legge! Nun c'è legge!... Indietro! Avasciate 'e mmane! Levateve 'a lloco, no arresto pure a vuie! A chi? A te! Iammo! Ncoppa tu pure! Lasse! Hanno arrestato 'o figlio vuosto! Currite, 'onna Ro'! Hanno arrestato a don Vito!

Ed allora in un mar di sangue spento E ne le fiamme di funesto ardore Oh come vendicar questo tormento, Oh come fier vuò consolar queste ore? Gli altari in foco, e del sacrato argento Empieransene i grembi al vincitore, E carchi di catene i lor vestigi Daransi i Sacerdoti a rei servigi.

«A te convien tenere altro vïaggio», rispuose, poi che lagrimar mi vide, «se vuo’ campar d’esto loco selvaggio; ché questa bestia, per la qual tu gride, non lascia altrui passar per la sua via, ma tanto lo ’mpedisce che l’uccide; e ha natura malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia, e dopo ’l pasto ha più fame che pria.

Se si` di tutti li altri esser vuo' certo, di retro al mio parlar ten vien col viso girando su per lo beato serto. Quell'altro fiammeggiare esce del riso di Grazian, che l'uno e l'altro foro aiuto` si` che piace in paradiso. L'altro ch'appresso addorna il nostro coro, quel Pietro fu che con la poverella offerse a Santa Chiesa suo tesoro.

Se di tutti li altri esser vuo’ certo, di retro al mio parlar ten vien col viso girando su per lo beato serto. Quell’ altro fiammeggiare esce del riso di Grazïan, che l’uno e l’altro foro aiutò che piace in paradiso. L’altro ch’appresso addorna il nostro coro, quel Pietro fu che con la poverella offerse a Santa Chiesa suo tesoro.

Tanto e` a Dio piu` cara e piu` diletta la vedovella mia, che molto amai, quanto in bene operare e` piu` soletta; che' la Barbagia di Sardigna assai ne le femmine sue piu` e` pudica che la Barbagia dov'io la lasciai. O dolce frate, che vuo' tu ch'io dica? Tempo futuro m'e` gia` nel cospetto, cui non sara` quest'ora molto antica,

I' m'accostai con tutta la persona lungo 'l mio duca, e non torceva li occhi da la sembianza lor ch'era non buona. Ei chinavan li raffi e <<Vuo' che 'l tocchi>>, diceva l'un con l'altro, <<in sul groppone?>>. E rispondien: <<Si`, fa che gliel'accocchi!>>. Ma quel demonio che tenea sermone col duca mio, si volse tutto presto, e disse: <<Posa, posa, Scarmiglione!>>.

VIGNAROLO. Una persona che muor per te: è della simiglianza vostra, di altezza e di fattezze come io, molto simile a me. ARMELLINA. Sará dunque vecchio come voi. Dio me ne guardi! non vuo' vecchio; se io mi accaso, lo fa per far figli come le altre. VIGNAROLO. Non dico che sia vecchio come me, ma della mia statura, e molto simile fuorché nella vecchiezza.

La prima di color di cui novelle Tu vuo' saper, mi disse, quelli allotta Fu inperadrice di molte favelleSemiramis fu moglie del re Nino, la quale, dietro alla morte di lui, gran tempo in paesi d'Asia e d'Africa con grande abito di lussuria resse, che per legge cotale volont