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Aggiornato: 26 giugno 2025
Non lo potè dire il perchè. Gli pareva che gli altri dovessero burlarsi di lui, se sapevano che faceva tanto caso di quell'avvenimento scolastico. Si voltò invece a guardare Vicenzino e soggiunse: Lo sappiamo noi il perchè. E, dandogli un'altra stretta alle spalle, lo fece girare due volte intorno a sè, in segno di tenerezza, poi lo piantò l
Ma il povero giovane non vedeva nulla, e stava voltato così per divorare le sue lagrime senza farsi scorgere. Era una precauzione superflua. Vicenzino guardava nel vuoto, nell'ideale; non si accorse di quella disperazione, e, con un filo di voce, chiamò: Vincenzo!
E Vicenzino, interpretando anche questo a suo modo, pensava: «Ecco, mi sfugge; suo padre gli ha proibito di parlarmi». E non ebbe neppure un momento l'idea temeraria di opporsi a quel giusto divieto. Continuò a stare in disparte, a non parlare, a non giocare con nessuno. Studiava; lo faceva per inclinazione, e per diventare un grand'uomo, come diceva suo padre.
Vicenzino aveva gi
Appena Vicenzino potè scrivere segretamente all'amico, che Garibaldi raccoglieva i volontari per una prossima guerra, il povero seminarista dimenticò i suoi segreti dolori, e, bollente di patriottismo, non pensò che ad ottenere da suo padre il permesso d'uscire temporariamente dalla sua prigione per andare a battersi. Il signor Anselmo Dogliani non era uomo da opporsi.
Aveva appena scritte poche parole, quando l'assistente disse parlando al fondo della classe dietro a lui: Dogliani Vincenzo, laggiù; cosa fai sotto il banco? Ho raccolto il foglio che m'era caduto...... rispose colla voce turbata Vicenzino. E, consegnata la sua pagina, uscì tutto rosso in viso, senza guardare il cugino. Ma questi non ignorava più da che parte gli era venuto quel soccorso.
Anche Vicenzino aveva lasciato quasi subito Santhi
Vicenzino lo ascoltava con deferenza, poi gli domandava dolcemente: Mi scriverai quando sarai in seminario? E si consolava un poco della loro prossima separazione, riflettendo che, nelle lettere, avrebbe osato meglio esprimere tutta la sua tenerezza, domandare un equo ricambio di quell'amicizia che sentiva con tanta intensit
Ma era felice ad ogni modo di essersi creato un rapporto con lui, ed era corso via per la campagna, per deliziarsi con una delle sue visioni, non più fantastica ed inverosimile, ma rievocata dal vero in tutti i suoi particolari: le lagrime silenziose di Vincenzo che sgocciolavano sul foglio bianco, lo sforzo fatto da lui, Vicenzino, per avvicinarlo senza essere veduto dall'assistente, ed il turbamento e la passione che aveva posta nel compiere quell'atto tanto comune nelle scuole, dove è considerato semplicemente una burla ai maestri.
Vincenzo fece uno sforzo per mettersi a sedere sui letto. Poi sollevò con tutte e due le mani il capo di Vicenzino, e guardandolo in faccia gli disse: Ma non pensi che hai vent'anni, e che la vita è lunga? Che sarai morto a tutte le gioie? Che non avrai mai una famiglia?
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