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Aggiornato: 29 giugno 2025
Eaubonne e la valle di Montmorency prestarono l'ultimo asilo al signor Ginguené; e l'ultima voce di lui fu udita in quelle amene campagne... Ora non vi suonano che i gemiti della sua vedova moglie.
Va da una povera donna che le ho raccomandata io. Vedova, malata da tre mesi, con quattro bambini nudi e scalzi che periscono di fame... E voi date cinque anime in balia d'una protestante, perchè le trascini all'inferno? sbuffò il canonico. Vi ho chiesto mezza lira per quella disgraziata e non avete voluto mai darmela!
Su, al secondo piano, prima porta a destra, ultima camera. Parlando saliva; a un tratto la vedova non lo vide più. Ma sentì la sua voce dall'alto, mentre saliva anche lei. Ultima camera, avete capito? Sissignore gridò la vedova grazie, signore, Dio ve lo renda! Il segretario era un uomo assai maturo, molto per bene, con occhiali d'oro, con un bell'anello al dito indice.
La bella vedova giaceva distesa sur una dormeuse, nel suo boudoir, in négligé di mattino, quantunque fossero gi
Nel piano di sotto abitavano i padroni di casa, certi Feana, oriundi piemontesi, moglie e tre figliuoli, più una vedova sulla quarantina, che il signor Giacinto Feana chiamava sempre la cognata sofferente.
Mezz'ora prima, adunque, che arrivassero allo studio i due nobili amici col signor Bonaventuri, la vedova procace, incocciata fino a' capelli nell'amore del suo drudo, era con lui a strano colloquio nello studio della ditta.
Alcuni giorni dopo si diffuse per tutta Roma la voce che il signore , prima di recarsi a Rimini, si sarebbe unito in matrimonio colla duchessa Elena, vedova del duca Orsini; ma dal momento che circolò quella voce, altre pure a poco a poco cominciarono a circolare.
Pur, mentre impreca e sogghignando nega, Angiol ribelle, il cor, Mite una voce dal profondo prega: Amore, amor!... Vedova triste che silente stai Nel tuo gramo tugurio affumicato, E cuci, e cuci, e non riposi mai Presso il letto del tuo figlio malato; Che su la faccia scolorita e mesta D’un antico dolor serbi le impronte, E sei tanto infelice e tanto onesta, Vedi, vorrei baciarti sulla fronte.
Perciò possono adornarsi decentemente, a seconda del proprio stato, per piacere ai loro mariti. La ragazza o la vedova che, giusta la sua condizione, si adorna con decenza per piacere castamente e per provare uno sposo, non pecca, imperocchè il matrimonio è in sè stesso lecito: essa può quindi far uso di quanto è necessario per fare un matrimonio conveniente.
E io, disse alla sua volta la vedova, non conosco forse fior di persone, che ci potranno ajutare? Il signor rettore di San Celso, e il signor curato di San Calimero, per loro bont
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