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Aggiornato: 9 luglio 2025
Un dì col genitor del mio Borsieri Io passeggiava al bosco suburbano, E tu ch'ivi leggendo sedut'eri, Ci vedesti, e gridasti da lontano: «Ecco il volume degli eterni veri!» Corsi, e il volume presi io da tua mano: Lessi: Evangelio! E «Bacialo! dicesti; Gl'insegnamenti d'un Iddio son questi!»
.... Vedesti il teschio nello specchio, tu. Quei felici che passano, non sanno, ma sapranno.
CAPITANO. O che tu sei infernetichito o devi star ubbriaco, poiché cerchi da un uomo che mai vedesti, che ti restituisca la tua robba. MANGONE. Io non ho visto te, ma sí ben il tuo fattore che, vendutomi un schiavo in tuo nome, m'ha rubbata la schiava mia. CAPITANO. Io non ho fattori, ma disfattori sí bene; e il fattore servo e mastro di casa e padron della nave son io stesso.
MALFATTO. Quello che ve disse poltrone. PRUDENZIO. Andastegli tu dietro? MALFATTO. Misser sí. PRUDENZIO. Hai tu saputo chi sono? MALFATTO. Misser sí: sono doi omini. PRUDENZIO. Ben sai che non sono doi equi. Vedi risposta de insipido! Non vedesti tu almeno dove entrorno?
Come! tu vedesti un serpente lungo un miglio? Il diavolo era rimasto nella forma ultima, che aveva preso nelle sue tramutazioni. Quella del serpente non era stata l'ultima. Dunque, o che figura aveva egli? Quella di talpa lunga due palmi compresa la coda...
Ristette il giovane, timoroso, sulla soglia. Alla meta del suo viaggio, gli mancavano le forze, le gambe gli si piegavano sotto e la lingua gli si appiccicava al palato. Fu Maria che lo mosse. Colla sua dolce voce e colla ingenua schiettezza gli domandò subito: Vedesti mia sorella?
Il Lessona ha pubblicato con tal titolo un volume interessante; ma non basterebbe una grossa biblioteca per raccogliere le compassionevoli istorie di quei milioni di martiri che vollero con fede, con costanza, con lacrimevoli sacrifizii; e mai non riuscirono ai loro intenti. Lena: vedesti mai Notte più pura e bella? Non sembra che ogni stella Sorrida al nostro amor?
Né giugneriesi, numerando, al venti sì tosto, come de li angeli parte turbò il suggetto d’i vostri alimenti. L’altra rimase, e cominciò quest’ arte che tu discerni, con tanto diletto, che mai da circüir non si diparte. Principio del cader fu il maladetto superbir di colui che tu vedesti da tutti i pesi del mondo costretto.
Gloriose per chi le fa, efficaci sovra chi le ascolta riescir debbono le evocazioni dalla tomba e dall'obblio; perchè l'animo de' giovani, ha detto un valente scrittore, è la terra più ospitale alla memoria delle persone illustri. Vedesti, o Bella, il mar su cui combatte Il vento e la tempesta, che la nave Scorge in porto festante?
Che pazzia! La Rondine. Veramente, non ami? Non hai amato mai, da che non t’ho più veduta? Dimmelo, a me sola. Confìdati. Mortella. Che è l’amore? Dimmelo tu. Io non lo so. La Rondine. Che altro c’è nel mondo? Ma tu lo sai. Almeno l’amore di Giana e di Bandino non lo vedesti nascere? non l’hai ora sotto gli occhi ogni giorno? Mortella. Quel che è troppo vicino, non si vede. E poi Giana...
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