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Aggiornato: 12 luglio 2025
«Ti sei allontanato da quanto in vita era agli occhi tuoi più caro; hai lasciato il mondo e non ritornerai. «Finchè Iddio non ridesti le sue creature. Nessuno spera vederti e pur tu stai vicino. «Il tuo viso ogni dì si logora ed ogni notte: l'amor tuo non si svela e pur tu ami.
«Sposarti? sclamò la signora Maddalena balzando in piedi dall'allegrezza, come a mensa aveva fatto dalla paura: e spòsati, e sia benedetta la nuora che mi condurrai in casa....! Ma perchè mi hai tenuta tutta questa sera sulle spine? Ci voleva tanto a darmi questa bella nuova? Siedi, che ora non voglio vederti perdere la bella sicurezza di poco fa, per questo rimprovero; siedi e parliamo di lei. Gi
Ebbene parla. Sì parlerò, Lenuccia mia, ma prima asciugati gli occhi, non voglio vederti più a piangere. Guarda, sei invecchiata più di vent'anni in questi pochi giorni, tu che non faccio per dire, ma eri ancora una bella donnina... Fatti un po' in l
Hanno detto il vero... se te lo ricordi, l'ho dichiarato anch'io in questo medesimo luogo, mi par di vederti.... tu eri l
«Volgi, Beatrice, volgi li occhi santi», era la sua canzone, «al tuo fedele che, per vederti, ha mossi passi tanti! Per grazia fa noi grazia che disvele a lui la bocca tua, sì che discerna la seconda bellezza che tu cele». O isplendor di viva luce etterna, chi palido si fece sotto l’ombra sì di Parnaso, o bevve in sua cisterna,
Or saranno due settimane, gli ho chiesto di te, ed egli mi ha risposto che stavi benissimo. Io perciò ho creduto che fosse stato a vederti. Ma guardate un po' che cavalieri, a' dì nostri! Non parlo per Lei, signor dottore; ma invero i signori uomini hanno oggimai certe consuetudini!.... Cavalli, cani, giuoco e bellezze di palcoscenico!
FILASTORGO. Oimè Lampridio, oimè figliuolo mio caro, quanto piú desiava vederti meno ti potrò vedere; a tempo ch'io pensava goder teco questo poco di vita che mi avanza, violenta morte me ti trarrá da queste mani. O Laudomia moglie cara, quanto felice fu la tua morte passata per non trovarti a questo dolor presente!
Tu, Trinitá etterna, se' uno mare profondo, che quanto piú c'entro tanto piú truovo, e quanto piú truovo piú cerco di te. Tu se' insaziabile, ché, saziandosi l'anima ne l'abisso tuo, non si sazia, perché sempre rimane nella fame di te, Trinitá etterna, desiderando di vederti col lume nel tuo lume.
Bandino. Te ne vai, Giana? Resta ancóra un poco! Non senti come questa camera è dolce? Mi piace tanto. Non si sa se abbia muri o fronde, cortine o erbe marine. Giana. Bimbo, bimbo, ora non è più tempo d’indugiarsi. La vita precipita. Bandino. Vieni, verso le sette, giù nella Cappella. Sonerò il Ricercare su l’organo. Ma vorrei vederti anche prima. Dove vai? Giana. Non so.
Tu ti sei messo contro i tuoi, a causa del matrimonio, seguitò Ariberto. I tuoi ti vedono a Parigi per più mesi, viver la vita elegante e dimenticare ogni giorno meglio i tuoi disegni di studio. Ciò non mi pare prudente da parte tua. Ben altro sarebbe il giudizio che farebbero di te, se sapessero che il matrimonio non ti ha distolto dai tuoi progetti, e che il tempo passato a Parigi non è stato tutto sciupato. Io ho sempre la speranza, perdonami se te lo dico, di vederti riconciliato coi tuoi e la contessa accolta come ella merita. Il tuo lavoro sar
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