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Aggiornato: 19 giugno 2025


«Così sia». Il cerchietto d'oro era stato deposto in un vassoio d'argento. Curvata l'alta persona a prendere l'aspersorio che l'accolito gli porgeva, il sacerdote tracciò con mano non più tremante un segno di croce sul simbolo; poi lo consegnò allo sposo, che lo passò all'anulare sinistro della donna sua. «In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». «Così sia».

Il servitore, postosi dietro le ampie spalle della principessa, aprì le due bottiglie: versò il vino, secondo le istruzioni ricevute, ne' tre bicchieri. Il Weill-Myot tolse dal vassoio un bicchiere e lo porse alla principessa: e tutti e tre in piedi fecero il brindisi. Il vino è davvero stupendo.... Si vede che il nuovo mondo, anche in questo genere, comincia a darci sublimi prodotti.

Intanto sopraggiungeva il custode notturno, con un vassoio pantagruélico. E nomenclò:

Grazie, cognatina. Ah, non mi chiami così. Suocero e cognato son due parole che non dovrebbero esistere se non per gli avvocati e le liti. Debbo dire? Nicoletta, semplicemente. Non le piace il mio nome? RAIMONDO siede sul divano. Anzi, graziosissimo! GIULIETTA attraversa la sala da pranzo, e passando pel terrazzo entra nel salotto. Reca il vassoio del caffè, che posa sulla piccola tavola a destra.

Pareva una piccola edizione disseccata e striminzita della signora Doyle. Giovine volatiletto occidentale, disse Aldo fra . Ma ecco entrare il domestico col caffè sopra un grande vassoio d'argento, e dietro di lui un altro domestico colla panna e lo zucchero sopra un altro grande vassoio d'argento. E l'opulenza, e l'atmosfera di placida potente ricchezza vinse l'anima di Aldo.

Non vale la pena ch'io vada fino laggiù. Ti faccio perdere un tempo enorme. Che dici? Sai, ora non ho più bisogno di lavorare per dieci ore al giorno. Ho un procuratore di cui posso fidarmi. Entra GIULIETTA, prende il vassoio del caffè e lo porta via, passando pel salotto da pranzo. Non dovevi parlare d'affari con quell'avvocatino che era qui? Col Pucci? No. Perchè? Credevo.

Era una bella cosa il cappellano, in cappel largo ed in veste talare, che venía, de' staffieri capitano, le tazze de' gelati accompagnare; e va diritto gridando: Fa' piano, ché tu potresti il vassoio versare. S'io non ci fossi, credo che fareste i gran marroni: oh che teste! oh che teste!

Il ragazzo dice di no e se ne va tutto contento. Incomincia il pigia pigia della gente intorno alla carrozza; tutti stendono le mani per chiedere la polvere miracolosa. Rocco Lavarione e il suo domestico non hanno braccia bastanti per appagar tutti; le lire piovono nel vassoio, s'accumulano in un momento.

A sinistra, colla cappa di neve tinta in roseo dal sole in tramonto, e col pennacchio di fumo al cratere, l'Etna, modellato come un'enorme mammella posata su l'immenso vassoio della Piana; la tinta rosea delle nevi agevolava l'illusione.

Essa versò, mise innanzi il vassoio a Filippo, riempì di cognac un bicchierino, glielo porse: egli lasciava fare, macchinalmente, e sorbiva il caffè, senza sentirne il gusto. Non capisco, disse a un tratto, rimettendo sul vassoio la chicchera. Non capisco. Loredana torna qui? Lei va a riprenderla?... E io.... La signora Emma non rispose, ma Filippo incalzò: Mi dica: non la vedrò più?

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