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Aggiornato: 2 giugno 2025
Vi sono bensì delle parole, degli atti di tale più alto e divino eroe ed assertore della coscienza religiosa che ci appariscono come traslucida rivelazione dell'assoluto religioso: molte pagine del Vangelo, la morte di Cristo. Ma sono parole, atti e momenti singoli immensamente remoti dalla complessit
«Una volta ai tempi dell'ignoranza e della superstizione quando il paesano vegetava nella sua atmosfera più omogenea, quando l'operaio non si era ancora associato all'esaltazione ed all'ateismo bastava un versetto del vangelo o una parola del curato per mantenere in questo povero popolo la fede del lavoro, e la rassegnazione alla miseria.
Ora se il sig Boncompagni non legge il Vangelo, nè il Macchiavello, oh! che sia benedetto, che cosa legge egli per governare i popoli? Forse il giornale agrario toscano? Buon libro, sa ella? Boncompagni ha fatto.
È il superfluo dei loro pensieri, delle loro cure, e che non impedisce loro di contentare ogni loro capriccio, pari a quel superfluo che il Vangelo ci comanda di dare ai poveri, e che, levato di tasca, ci lascia ancor tanto da non patir difetto di nulla.
«Ciò che vi si promette è un inganno. Credete al vostro curato. I ministri di una religione, che ha per codice il Vangelo, non potranno mai farsi complici di quest'opera abbominevole. Non possumus! non possumus! sar
A questi salutevoli conforti non providero le istituzioni umane; ma la religione che, mentre tutta sembra intenta al cielo, non abbandona mai in terra chiunque dubita, travia, combatte, patisce, ha scritto fra i più assoluti precetti della misericordia il visitare i carcerati . Le convenienze degli uomini, le quali nulla hanno a fare col vangelo, delle carceri hanno formato un luogo di squisiti tormenti per l'uomo, non reo perchè non ancora sentenziato. Ma nei paesi cristiani non hanno ancora rimosso dal sofferente le consolazioni della piet
Finita la cappella principale di Santa Maria Maggiore, lavorò Spinello nella chiesa del Carmine, dipingendo nella cappella dei santi apostoli Giacomo e Giovanni alcune storie del Vangelo; tra l'altre quella della moglie di Zebedeo, madre all'apostolo Giacomo, quando ella domanda a Cristo che faccia sedere uno dei suoi figliuoli alla destra del padre nei regno dei cieli, e l'altro a sinistra.
Se fossi un poeta, rispose Gino, tentennando la testa, non ci sarebbe bisogno di un simile aiuto. Ma non lo sono, e il rimario non basta. Quando si va? Anche doman l'altro, appena sia condotto lassù il burchiello; rispose il signor Francesco. Doman l'altro? È domenica; disse Don Pietro. Io ci ho la spiegazione del Vangelo.
Continui... ma l'avverto di tenersi nei limiti. «Sì, la mia coscienza di galantuomo si ribella nel percorrere le carte, preparate nei silenzi della Cancelleria, quelle carte, su cui il Fisco fonda il suo spietato Vangelo! «Il Fisco vuole esclusa ogni relazione fra il delitto consumato la notte del 14 gennaio, e la stanza misteriosa, segnata di N. 5, che si apre nel Vicolo della Luna.
Condusse sempre vita modesta, non adeguata alla cospicua fortuna di cui disponeva, destinando ad opere di beneficenza, a lenire miserie, senza la minima ostentazione, quanto non eragli strettamente necessario, secondo le norme del Vangelo, di cui era fervente osservatore. E nello stesso modo che può dirsi come nessun infortunio che abbia colpito gli abitanti delle Alpi o degli Appennini sia stato da lui dimenticato, così è da asserire che nessun povero si è mai rivolto invano a lui che, allorquando per avventura le generose sue elargizioni avevano esaurite le somme disponibili, non esitava punto a privarsi degli oggetti personali di prima necessit
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