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Aggiornato: 25 giugno 2025


Alla cantonata vide con spavento il pizzicagnolo fuor della sua bottega, a discorrerla col panattiere. Signor Vanardi, quand'è che mi paga? cominciò il primo de' due, appena fu a tiro. E me? soggiunse il secondo. Abbiano pazienza ancora un poco: rispose il povero diavolo. Spero che... Ne ho avuto anche troppo di pazienza: esclamò l'uno. Ed ancor io, ma non voglio più averne: disse l'altro.

Vanardi ha rinunziato all'arte e fa il droghiere. Il suo padrino è felicissimo, e Rosina è diventata molto migliore. Marone continua a fare il torcicollo ed ha venduto la sua villa alla vedova d'Orsacchio, la quale prese con come dama di compagnia Anna, la nipote dello speziale, e conserva come coltivatori Matteo e Teresa. Questi non parlano mai di loro figlio Tommaso, ma non vi dico che non ci pensino, e quando ci pensano sospirano dolorosamente. Il cavaliere Tommaso Salicotto fa sempre il filantropo e guadagna denari: è deputato, sar

Era trascorso quasi un anno, quando una bella volta il signor Agapito fermò il pittore che passava, e gli disse con un piglio affatto nuovo, tutto piacenteria: Mio caro signor Vanardi, vorrei parlarle d'una cosa. Parli pure. Lo speziale annasò una presa e ne offerse ad Antonio che, come sempre, fece un cenno di no, tirando in l

L'avverto che di quest'oggi stesso mi provvederò in giustizia. Ed io pure. Vanardi fece come avea fatto col carbonaio: non disse più verbo e tirò dritto.

Ebbene gli era a codestui che il povero Vanardi doveva duecento cinquanta lire di pigione. E meno male fosse stato quello il solo suo debito! E lascio stare il macellaio, il venditore di vino al minuto e tutti gli altri creditori, che se volessi annoverarli un per uno farei una rassegna lunga e noiosa, come quella degli eroi combattenti in un'epopea che si rispetta.

Vanardi mandò un grosso sospiro di pena e di rassegnazione. Lo saprò, diss'egli, ed alla mia povera arte, darò un addio.... E fosse eterno! interruppe vivamente la Rosina. Pap

Non farò il torto alla vostra sagacia, cari lettori, di dirvi che questa persona era Antonio Vanardi, non morto altrimenti, ma d'accordo coll'amico Giovanni decisosi a scomparire per un poco alla vista del mondo, affine di eccitare in favor suo quella carit

Questo fatto, chi lo avrebbe detto? tornò in aiuto di Vanardi; il quale si stava l

Nel momento in cui Vanardi, il suo cappellaccio in mano, entrava timorosamente in quel tempio della moderna divinit

Vanardi uscì dalla casa di Giovanni col cuore più leggiero e col taschino un po' più pesante. Quei tre napoleoncini, nella sua assoluta miseria, gli parevano poco meno che un tesoro. Camminò verso il suo quartiere con la testa più alta e il passo più ardito. Siccome voleva comprare per la famiglia pane, companatico e vino, pensò con qualche solletico di superbia di andare ad abbacinare il fornaio, il canovaio e il salumiere, suoi inesorabili creditori che dubitavan di lui, collo splendore dei marenghini nuovi che si faceva ballare in tasca con intima compiacenza. Ma quando gi

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