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Aggiornato: 7 ottobre 2025
Non era il vostro compagno di giovinezza, il diletto? l’unico fratello dell’anima vostra? Gherardo Ismera. Certamente. Mortella. Come! Non avete nella voce una vampa d’amore? Non avete un sospiro di rimpianto? Gherardo Ismera. Perché dovrei menomare, con una dimostrazione che non mi conviene, un sentimento da me custodito intatto? Quale amore sopporta d’esser misurato? Mortella.
Il sangue si rimescolò tutto nelle vene al Salvani, e una vampa di fuoco gli corse alla fronte; tuttavia si contenne: Signori, ripigliò a dire, non avevo finito. Io ed il mio onorevole collega Giorgio Assereto significavamo alle Signorie loro il nostro rammarico, perchè questo era debito nostro.
Io l'ammiro e glielo dico; lei è molto bella, stasera, e glielo dico; lei veste con molta eleganza, e glielo dico.... Perchè? interruppe Loredana, che aveva sentito una vampa infiammarle il viso.
Giacomo, immobile, diritto dinanzi al fuoco, appoggiato con un gomito al piano del caminetto, fissava Lalla senza parlare. La duchessina, così illuminata dal chiaror della vampa, aveva nell'insieme alcunchè di fantastico e di bizzarro.
Quando ebbe finito di fumare il suo sigaro, egli disse: Spero che non avrete lasciato del valori in camera vostra. Non sarebbero sicuri. No, no, disse Nancy. Li avete dati al bureau? No, disse lei. No. E dicendolo, ricordò di avergli scritto che portava dei gioielli su tutta la persona. Una vampa di rossore le salì di nuovo al viso. Egli non alzò gli occhi.
Ma, appena il fascio di rami era bruciato nel mezzo, crac, si piegava, e tutte le legna precipitavano giù nella cenere, soffocavano la vampa e spegnevano il fuoco.
Mentre Gaspare staccava la grigia, e la menava in istalla, e le metteva innanzi l'abbondante profenda, Matteo, Teresa e la loro ospite s'intromisero nella cucina a pian terreno, rallegrata dalla vampa d'un bel fuoco fiammante nell'ampio camino, dove cuoceva in un capace paiuolo la cena.
Sul caminetto i fastelli scoppiettavano levando una vampa viva, mobilissima; sul tavolo, in mezzo alla stanza, una fiamma azzurra, debole, incerta, faceva grillettare l'acqua del thè.
Un fenomeno strano si svolgeva in Maria, come se una vampa di fuoco le toccasse il volto, per cui si avvide di diventare così rossa e con quel colore strano ch'ella aveva osservato molte volte sulle guancie di M
Io immergo una verghetta nel fondo melmoso d'una piccola gora: ed ecco sul velo dell'acqua un pullulare ed un crepitare di bollicine che scoppiano. Se indugio a considerare il fenomeno, una serie di domande affiorano al mio pensiero. Da che cosa sono prodotte quelle bollicine e quello scoppiettío? Da qualche cosa di aereo che si trovava imprigionato nel motriglio. Come poté trovarcisi? E perché se ne è sprigionata quando io v'ho immersa la verghetta? Perché è salita alla superficie? Di che materia s'ebbe a formare la pellicola delle bollicine? Perché queste si sono frante? E perché il crepitio? Se avvicino ad esse un fiammifero, brilla una vampa, e s'ode uno scoppio. Perché questi nuovi prodigi? E piú insisto, piú si moltiplicano i problemi. E se li risolvo, io scopro altrettante leggi. E ciascuna di queste leggi, snidate dal minuscolo fenomeno, è universale, investe e regola ogni altro fenomeno affine, per quanto solenne e smisurato. Le medesime leggi osservate nella piccola gora reggono la meccanica dei mondi. Quando io le ho scoperte, io posseggo altrettante formule magiche. Applicandole in grande proporzione, io posso illuminare una citt
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