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Aggiornato: 21 giugno 2025
Deve soffrire nel sonno, perchè sudori affannosi gl'imperlano la fronte; le braccia si agitano convulsive, la mano stringe il pugno, e voci di lamento escon di quando in quando dalle sue labbra; di un'angoscia grande, infinita. Il suono delle campane non lo desta, ma gli procura un po' di calma. Egli si tranquilla per un momento.
La cucina restò deserta, nel suo disordine, piena di fumo e d'aria calda. S'avvicinava il momento solenne: il rustico talamo chiamava i due sposi per iniziarli alle sue delizie. Luigia tornò dall'aver condotto i suoi fino al portone di strada: depose il lumicino alla tavola e gettò un sospiro. Ella sentiva un penoso malessere, un'angoscia indefinibile, una paura strana: l'ignoto che stava per affrontare la sgomentava. Attese che Procolo dicesse la prima parola. Pap
Disgraziatamente, anche tu dovesti destarti sul più bello, e te ne rimase come un senso di vuoto, come un bisogno di stender la mano per trattenere il fantasma fuggente, come un'angoscia nostalgica ed inconsolabile. Qui t'inganni, rispose Alberto Mauri. Io mi destai di molto buon animo, il domani, nella camera dell'«Hôtel Riche», a Parigi. Come?... Che vuol dire?... Ma dunque?... Ma allora?...
Egli non aggiunse parola; si diresse lentamente; verso l'uscio; forse sperava all'ultimo momento che la figlia lo richiamasse, ma la giovine rimase immobile, muta presso la popolana. Il conte si morse le labbra e se ne andò sbatacchiando la porta. Allora Annetta stese verso la giovine le sue mani scarne e tremanti e con un'angoscia dolorosa, che rendeva la sua voce fievole, velata.
Era proprio un'angoscia per Cardello. Di tanto in tanto, si sentiva spinto a interrompere i ragionamenti e i calcoli del Piemontese e gridargli: Ma che traforo! Ma che travatura!... Pensiamo a cose più serie.... Non le preme dunque di vedere il mio vasetto? Quasi quegli ne sapesse qualcosa! Una mattina Cardello non ne potè più.
Un'angoscia cupa subentrò, come avviene, allo affanno clamoroso; nè sembra che le consolazioni di Giannicchio trovassero grazia presso don Cirillo, nè presso Verdiana. Non si parlò di mangiare: non gi
Era mezzanotte. Serena stette così lungamente, bevendo l'aria fredda della notte, col cuore stretto da un'angoscia indefinita. Un soffio gelato la tolse da quel torpore: il vento s'era messo a spirare da tramontana. Chiuse lo sportellino, spense il lume, il cui lucignolo faceva il fungo tristamente, ed entrò nella sua camera. S'udiva il russare sonoro della vecchia.
Per quanto codest'uomo che abbiamo innanzi sia degno del più profondo disprezzo, e considerati i danni irreparabili che recò a tanti buoni, ne desti orrore e raccapriccio, pure sarebbe un dissimulare con noi medesimi, se si negasse che quest'uomo, come uomo, non possa destare alcun moto di compassione pensando alla sua condizione orribile. Ogni qualvolta che un cuore si spezza sotto i colpi di una sventura inaspettata, e lo spirito è disfatto da un'angoscia insopportabile, chiunque pur sia l'uomo, nel quale un simil fatto si verifica, avr
Il conforto generato dallo spettacolo di un'angoscia estrema repentinemente mutata nell'estrema gioia, e d'una crudelt
I disegni per l'avvenire, i bei sogni di ricchezza e di gloria cadevano in rovina.... Che cosa mai avrebbe egli potuto fare? Non era meglio tirarsi una pistolettata e morire, piuttosto di vivere dannato, con quello spasimo nel cuore?... L'amore non lo aveva reso contento: gli aveva dato la guerra in casa e l'odio fuori; era un affanno, un'angoscia continua.
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