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, io sento che questa ingratitudine mi uccider

Soltanto l'eccesso della politica depravazione rovina a bella posta il traffico e la cultura di un paese per fiaccarlo: soltanto più tardi sentì la Lombardia la silenziosa oppressione di governi che, senza individualmente uccider nessuno, dissanguavano l'intera nazione.

A questo dissidio nella quistione etica fa riscontro un dissidio, egualmente grave, nella quistione estetica: noi vediamo un partito il quale vuole che l'arte, che la poesia, siano scientifiche, che dalla scienza traggano l'ispirazione ed alla scienza servano di sussidio: e un altro, il quale afferma che la scienza è fatale all'arte, e che la uccider

TRINCA. Eccolo che viene: o che portamento bizarro! TRASIMACO. O che portamento da bestia. Sará ben che m'allontani io. TRASIMACO. Fai da savio pòrti al sicuro. Ben venuto il poltrone. GULONE. Ben trovato il poltronissimo. TRASIMACO. La mala ventura ti ci ha condotto, ché ti ammazzi. GULONE. , pidocchi, come sei uso. TRINCA. Capitano, ti vuoi uccider con Gulone? TRASIMACO. , bene.

46 Quei tutti che sapeva e gli era detto che mi fossino amici, o di quei miei che m'aveano aiutata a far l'effetto, uccise, o lor beni arse, o li fe' rei. Volse uccider Bireno in mio dispetto; che d'altro doler non mi potrei: gli parve poi, se vivo lo tenesse, che per pigliarmi, in man la rete avesse.

DON IGNAZIO. Noi non siamo piú fratelli ma crudelissimi nemici. Sono rotte le leggi fra noi della natura e del convenevole: un fratello che offende non è differente dal nemico. POLISENA. Non fate vostre le colpe che son della fortuna. Questa sola ha peccato nell'opere vostre, questa sola ha conspirato ne' vostri danni: l'un fratello vuol uccider l'altro fratello!

Io non piango, mamma diceva Flora. Non piangi, ma fai peggio. Non parli, non mangi, non capisci nulla. Dicono che egli si uccider

Al Sole in breve tempo le viole col strame il villanel sul Carro assetta: Matto chi teme la mortal saetta, ch'anco l'Imperatrici uccider vole. Però de' sciocchi avrai sul Carro imperio s'indugi, donna, piú mentre sei bella, ché 'l Sol d'ogni bellezza invecchia e more. Godi, pazza! che attendi? godi 'l fiore! fugge del Sol il Carro, e il cimiterio la nera Imperatrice empir s'abbella.

S'affoltavan i parenti per sovenirla; ma Lasciate lasciate gridava Eufranone che l'uccida il dolore prima che l'abbi ad uccider il ferro, e che prevenga la violenza la voluntaria morte; e questo volerla far vivere è piú tosto opra di crudeltá che di pietá! Cosí morí com'un agnello, e rimase con la bocca un poco aperta com'un porchetto che s'arroste al foco.

Impari la morte il Re che fu vinto. Il giorno destinato per termine della gloria, quel giorno medesimo, chiuda le palpebre della sua vita mortale. Dal campo dove lo prostra la forza si guardi attorno, qual lusinga lo affida? Non v'è braccio che si levi per lui: il pianto dei desolati, che si smarrisce nell'urlo della vittoria, adesso solo, insistente, gli si addensa su l'anima. Se tra lo avvilimento di essere tratto in trionfo dietro il carro del vincitore, e la morte, ha scelto lo avvilimento, meno che rettili furono coloro che lo sopportarono, e la corona cadde su la sua testa come l'embrice su quella di Pirro. Non si sgomenta allo insulto dei codardi che accorrono quasi a festa per riparare all'ombra della grande caduta? Non lo tormentano gli scherni dei traditori? Al confine della sua meditazione non vede una vendetta di sangue, una giustizia sul taglio della spada nemica? Il vincitore teme Dio, non lo uccider