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Una tale azione è così mostruosa nell'ordine morale delle cose, che, non solo è paragonabile al parricidio, ma lo supera. Un tutore che corrompesse la sua pupilla, commetterebbe una specie d'incesto, e avrebbe l'obbligo di specificare il caso in confessione.

La balia si asciugava col lembo del grembiale i luciconi. È naturale, caro Enrico disse il tutore Guarda che l'hai perfino fatta piangere di consolazione. La m'ha scusare fece la balia, colla voce ancora fra le lagrime ma non avrei potuto far di meno, e ora posso morire contenta. Avevo tanta paura di morire prima di poterla rivedere. Ma ho da sentir di peggio? disse Enrico alla vecchia.

Però egli ancora non aveva indovinata la strada per mettersi in relazione colla signorina Parabiano. Amici, conoscenti comuni a cui rivolgersi per poter esserle presentato, non ce n'erano punti... E poi, farsi presentare a una ragazza così sola?... Sarebbe stato un agire ammodo?... No, di certo... Il tutore era proprio suo fratello; ma per combinazione, non era a Verona!...

I rosai che non furono mai regolati da nessun freno, erano saliti sulle piante più robuste, andavano a cercare il sole fuori dei rami del loro tutore, e fiorivano in alto ricadendo pel loro peso naturale in nappe e frangie fiorite come se ne vedono sulle scene del teatro in qualche ballo fantastico.

Essi hanno nelle vene, io credo, un po' di sangue di Torquemada. Questo modo di educare, essi lo chiamano saggezza. E certo se facesse l'effetto di render saggio meriterebbe quel nome; ma siccome non ottengono invece che quello di seccare dovrebbe esser chiamato seccatura. Allo stringer dei nodi il tutore si rifiutò perfino di pagargli quel primo debito di giuoco.

Il signor Fabio levò di collegio e prese in casa un suo nipote orfano, del quale diventò altresì il tutore per disposizione testamentaria della defunta cognata, madre del giovinetto. Questo felice, o piuttosto infelice mortale, possiede una sostanza di due milioni, che il signor Fabio va procurando di legalmente appropriarsi. Ora è appunto immerso nel pensiero di tale affare, e, secondo che si figura l'esito certo o dubbioso, lo vediamo passare dalla letizia alla tristezza. A trarlo dalle sue meditazioni entra nella sala un uomo presso a poco della sua et

Arrigo III, come tutore di Eduardo re di Sicilia a' prelati, conti, baroni, militi e liberi nomini di questo reame, p. 530. 17 novemb. 1254. Innocenzo IV ad Arrigo III. Alessandro IV. È uno scritto delle condizioni alle quali si concede il reame di Sicilia e Puglia a Edmondo, p. 893. 21 aprile 1255.

Enrico scoppiò in una grande risata. Il tutore capì d'aver detta senz'accorgersi una minchioneria. Venti, e tre di puledro, ventitre per lo meno. Tu dunque zio vorresti darmi il cavallo dell'Apocalisse? Sarebbe più vecchio di me. Se lo montassi mancherei di rispetto al Luogo Pio Trivulzio!

La duchessa d'Eleda?... Non la conosco... rispose Giulia, che non potè a meno di sorridere vedendo la faccia ridicola del rispettabile tutore. Come non la conosci?... Devi conoscerla. È la figlia del fratello del tutore di mio nipote, è la figlia, perciò siamo quasi, potrei dire, mezzo parenti. Vieni presto, da brava; andiamo subito a salutarla.

Teoderico salvò queste ad Amalarico re fanciullo figliuolo dell'ucciso, ma gli mandò a tutore Teuda uno de' suoi conti; e pare che il facesse governare in nome suo, e prendesse egli titolo di re dei visigoti.