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Aggiornato: 20 giugno 2025


Fu Venezia repubblica, comechè decrepita e oligarchica, che fece risuonar alto il nome italiano dalle acque di Candia ove vinse i turchi in due battaglie navali, e dalle mura della citt

La pompa e l'ira onde a pugnar si mosse Ratto al grande AMEDEO fisse in pensiero, Che pur de i Turchi il gran tiranno ei fosse: E contra andogli oltra ogni creder fiero. Turacano da lunge aspro 'l percosse, Che molto al corso rimanea sentiero Quando fece volar terribil ferro, Onde in punta s'armava asta di cerro.

Scenderò in Egitto, e quando sarò entrato nel Cairo e che avrò rovesciato Tewfik, passerò alla Mecca, per far cadere il sultano dei turchi. Ma sai, Ahmed, che abbiamo gl'inglesi in Egitto? E credi tu che io abbia paura dell'Egitto? Ma ti mander

Ecco nella sala delle battaglie, sulle tele crostose di un Borgognone di terza mano, dinnanzi alle fantastiche bicocche dei turchi, i guerrieri indiavolati e nel fumo dei cannoni cristiani i nemici che se la danno a gambe.

Però il Papa se non chiamava i Francesi, per contrapporli a loro chiamava i Turchi mandando a questo fine un Bucciardo oratore fino a Costantinopoli, mentre coll'avventato stile delle bolle papali eccitava Carlo a voltare le armi contro quel desso Turco dimostrandogli quale e quanta enormezza fosse per un re cristianissimo mettere a fuoco, e a fiamma la cristianit

Qual del gran Po su l'arenose foci Al ciel pinte anetrelle alzano l'ali, Se fa sovra lo stormo, arcier, veloci Da l'arco intorto sibilar gli strali: Tali i turchi sen van, dianzi feroci, Vinti al tonar de i fulmini immortali. AMEDEO freme, e fra le turbe incerte Il volto e 'l brando vincitor converte. Che sembrava egli allor che dentro il petto Incendio raccogliea d'ire infinite?

Mi pensava che scampata dalla servitú di genti barbare e ricovratami nella mia casa, avesse vissuto il restante della mia vita, felicissima. Ma sarebbe stato per me meglio, che fusse restata in man de' turchi, povera vecchia e disgraziata, e non fosse qui venuta spettatrice d'una miserabil tragedia. Ahi, che non è cosa stabile o felice sotto le stelle!

Qualche volta c'è da pensare volentieri che i Turchi non abbiano così gran torto di credere nel destino! La nostra sorte, la nostra felicit

Ma non temete; di vigor ripiene L'alme vostre fiammeggino: vicino Oggimai veggo farsi a queste arene Incontra Turchi un Cavalier divino; Per salute di noi ratto sen viene, Trascorrendo di mar lungo cammino, Il gran guerrier, che di supremo alloro La Dora adorna, e la Citt

due branche avea pilose insin l'ascelle; lo dosso e 'l petto e ambedue le coste dipinti avea di nodi e di rotelle. Con piu` color, sommesse e sovraposte non fer mai drappi Tartari ne' Turchi, ne' fuor tai tele per Aragne imposte. Come tal volta stanno a riva i burchi, che parte sono in acqua e parte in terra, e come la` tra li Tedeschi lurchi

Parola Del Giorno

dell’esule

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