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Aggiornato: 5 giugno 2025
Egli accordava loro ventiquattr'ore per venire a resipiscenza. Poi tentò prendere a parte qualcheduno degli operai ch'egli conosceva per pratica come più alieni da tumulti e da chiassi. Ma essi, o procuravano d'evitarlo, o cercavano di cavarsela con monosillabi.
Questi soli erano i pensieri onde ei nudriva la calda fantasia, e rapito nell'ideale di un oggetto celeste, nulla poteano su lui le cure terrene, cui non desse alimento l'altissimo suo sentire. Vide le belle Mussulmane e fu insensibile alla loro avvenenza, chè lieve cosa le parvero innanzi alla cara immagine che serbava in petto: ei fu insensibile alle lusinghe de' piaceri che allettavano i suoi compagni sulle sponde del Nilo. Mentre gli altri prendeano sollievo alle fatiche co' sollazzi, ei raccoltosi in solitaria parte trascorrea dolcemente le ore coll'idea di Marcellina, e talor l'alma in sì dolce quiete fatta pellegrina dai sensi, trasmutate in sogno quelle dilette immagini, gli parea ch'ella venisse a parlargli della sua fede e del suo duolo. Fra i tumulti e le turbolenze militari, ei sempre non intese che amore: ogni dì salutava il sole e tu la vedrai, diceva, tu vedrai quell'angelo d'innocenza, ed io?... Ah chi sa se ancor mi sar
E che di tale odio gli Ariani avessero la parte a loro spettante, ce lo prova una lettera, scritta in occasione di tumulti promossi, in Edessa, dagli Ariani, che è tanto giusta nella sua ispirazione quanto acerba nella sua ironia.
Villafrati, Lercara, Malvagna, Ciminna, Baucina, S. Mauro-Castelverde, Valledolmo. La lista è tutt'altro che completa e sarebbe assai istruttivo che lo fosse e fossero note le concessioni fatte in seguito ai tumulti.
Suonâr le note or meste ed or giulive dentro alle fresche ombrie dei verzieri, d'amor cantando: poi le terre argive, i bei Miti, le Dame e i Cavalieri Casmena ricordò: meditative pensâr le rime, e li arditi corsieri, armi e tumulti, meschini e captive squillò il Peana. Ed or vani ed alteri
Le pubbliche gravezze, che pure a fiorini si contavano, non rendevano piú al re ed alla repubblica se non la metá di prima; ed il volerle crescere a quei popoli, pur troppo afflitti dalle passate guerre, era, per lo timore di sollevazioni e tumulti, cosa impossibile.
A Partanna nei tumulti si grida: Vogliamo lavoro e non elemosine! A Piana dei Greci, quando Plebano, Farina e Comandini visitaronla i contadini, benchè affamati e nella più squallida miseria, respingevano l'elemosina credendosi avviliti, degradati accettandola.
«Non solo, diceva egli in terza persona, nè indirettamente, nè direttamente non ha preso parte a tumulti, ma sempre in vita sua usò dello scritto e della parola per l'ordine nella religione, maestra di rispetto, fonte di civilt
I tumulti cominciati nella sera ebbero disgraziatamente seguito nel mattino del 7; gli operai, parte volontari e parte costretti dai compagni, disertarono gli stabilimenti, la rivolta si propagò in varie parti della citt
Proprio alla vigilia dei tumulti nel novembre scorso, da Palermo in un rapporto ufficiale si scriveva al governo di Roma che aveva occhi per non vedere e orecchie per non sentire: «Qui i nostri frugali lavoratori soffrono la fame, non hanno desiderî disordinati, non bramano la fortuna altrui, non sentono l'odio di classe , ma vogliono lavoro e pane, solamente per vivere; chè d'altro ad essi non cale.»
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