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E però gli uomini del mondo non possono tollere le virtú de l'anima; ma tucte le loro persecuzioni sonno acrescimento e provamento della virtú. La quale prima è conceputa per affecto d'amore, come decto è, e poi si pruova nel proximo e si parturisce sopra di lui.

Facti sonno arbori di morte, e però tucte le loro operazioni sonno morte, e con pena vanno per lo fiume annegandosi, e giongono a l'acqua morta, passando con odio per la porta del dimonio, e ricevono l'etterna dannazione.

L'affecto de l'anima fa allora uno giubilo e uno suono, temparate e acordate le corde con prudenzia e lume; accordate tucte a uno suono, cioè a gloria e loda del nome mio. In questo medesimo suono, che sonno acordate le corde grandi delle potenzie de l'anima, sonno acordate le piccole de' sentimenti e strumenti del corpo.

Sappi che veruno può escire delle mie mani: però che Io so' Colui che so'; e voi non sète per voi medesimi se non quanto sète facti da me, il quale so' Creatore di tucte le cose che participano essere, excepto che del peccato che non è, e però non è facto da me e, perché non è in me, non è degno d'essere amato.

Io ti dixi che la caritá dava vita a tucte le virtú, e cosí è: che veruna virtú si può avere senza la caritá, cioè che la virtú s'acquisti per puro amore di me. Ché poi che l'anima ha cognosciuta , come di sopra dicemmo, ha trovata umilitá e odio della propria passione sensitiva, cognoscendo la legge perversa che è legata nelle membra sue che sempre impugna contra lo spirito.

Ma tucte queste cose trapassano con vera fortezza e perseveranzia, vestito l'affecto loro de l'affecto della caritá, gustando el cibo della salute de l'anime con vera e perfecta pazienzia. La quale pazienzia è uno segno demostrativo, che mostra che l'anima ami perfectissimamente e senza alcuno rispecto.

Alora la Veritá etterna, rapendo e tirando a piú forte il desiderio suo, facendo come faceva nel Testamento vecchio che quando facevano il sacrifizio a Dio veniva uno fuoco e tirava a il sacrifizio che era accepto a lui, cosí faceva la dolce Veritá a quella anima: che mandava il fuoco della clemenzia dello Spirito sancto e rapiva il sacrifizio del desiderio che ella faceva di a lui, dicendo: Non sai tu, figliuola mia, che tucte le pene che sostiene o può sostenere l'anima in questa vita non sonno sufficienti a punire una minima colpa? però che l'offesa che è facta a me, che so' Bene infinito, richiede satisfaczione infinita.

E però ha ogni cosa in reverenzia: non si scandalizza in , ne l'operazioni mie, nel proximo suo; ma ogni cosa trapassa con vera pazienzia. La providenzia mia non è tolta a veruna creatura, perché tucte le cose sonno condite con essa.

Alora el sommo ed etterno Padre con benignitá ineffabile volleva l'occhio della sua clemenzia inverso di lei, quasi volendo mostrare che in tucte le cose la providenza sua non mancava mai a l'uomo, pure che egli la voglia ricevere, manifestandolo con uno dolce lagnarsi dell'uomo in questo modo, dicendo: O carissima figliuola mia, come in piú luoghi Io t'ho decto, Io voglio fare misericordia al mondo e in ogni necessitá provedere a la mia creatura che ha in ragione.

che voi sète miei lavoratori, esciti di me, sommo ed etterno lavoratore, il quale v'ho uniti e innestati nella vite per l'unione che Io ho facta con voi. Tiene a mente che tucte le creature che hanno in loro ragione hanno la vigna loro di per . La quale è unita senza veruno mezzo col proximo loro, cioè l'uno con l'altro.