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Aggiornato: 28 giugno 2025


Attorniato da corpi di truppe austriache, cacciato dalla polizia papalina, dopo una marcia di notte, delusi i persecutori, quello stanco avanzo dell'esercito Romano giunse alle porte di Cesenatico allo spuntare della mattina.

Le prime truppe piemontesi entrarono in Milano il 26 marzo.

Questi, Deus ex machina, doveva raccogliere il più grosso nerbo di truppe, accorrere in decisivo aiuto della rivolta e restituire il cuore alla patria colla grande citt

A pochi passi da lui vi era la capanna del Mahdi, sulla cui porta chiacchieravano i tre vizir dell'esercito, Ibrahim, Juban e Ahmed, il primo comandante delle truppe regolari, il secondo le irregolari ed il terzo l'artiglieria. Presso di loro era seduto Medinek, il quale, appena scorto le sceicco, affrettossi a corrergli incontro dicendogli: Ahmed aspetta Fathma.

Garibaldi, alzando la voce e girando gli occhi come chi parla alle turbe, gridò: Ecco il re d'Italia! E i circostanti: Viva il re! Vittorio Emanuele, trattosi in disparte pel libero transito delle truppe, s'intrattenne qualche tempo a colloquio col generale.

Il Ministero Rattazzi si trovò in una posizione difficile; non solo aveva contro di la Francia, ma tutte le potenze, risolute a non porre ostacoli all'intervento francese. La Prussia medesima, su cui avrebbe potuto contare, gli sarebbe stata propizia solo quando Napoleone si fosse di nuovo impelagato nella questione italiana, e con ciò avesse perduto le ultime simpatie dell'Italia. Come poteva Rattazzi occupare il territorio dello Stato pontificio? A Roma nessun moto si produsse, che potesse dargli occasione o pretesto. Nelle casse della corrispondenza del Senato romano io trovai, in quel giorno 19 ottobre, solo uno scritto anonimo, che affermava la situazione a Roma essere così minacciosa, da richiedere l'intervento di truppe italiane nella capitale; il senatore dover presentare al Papa la proposta; migliaia di cittadini che avevano lasciato presso un notaio i loro nomi, esser pronti a dichiarare che questa era la volont

Gli insorti non s'intimidiscono; affrontano le truppe vendendo cara la loro vita; ma alla fine il numero la vince sul valore e l'insurrezione è domata. Il generale Landi pubblica un bando contro i principali cospiratori promettendo lauti premi a chi li consegni.

Anche nel resto d'Italia infieriva il colèra, ma non interruppe il movimento rivoluzionario del partito d'azione, al quale le feste di Roma avevano acuito la smania di porre presto in atto i suoi disegni. Intanto la condotta del governo francese rafforzava la concorde aspirazione degl'Italiani; quel governo sembrava partire dal concetto che l'occupazione di Roma durasse ancora per mezzo della legione di Antibo. Non solo il generale Dumond era venuto a Roma per passare in rivista questa legione, che numerose diserzioni avevano mezzo disciolta, ma la pubblicazione di una lettera del maresciallo Wiel al colonnello d'Argy mostrava come queste truppe al servizio del Pontefice fossero considerate ancora siccome un corpo francese. Ciò provocò, alla fine di agosto, una nota di Rattazzi al Gabinetto di Parigi, nella quale egli faceva voti perchè il Governo francese non aumentasse le difficolt

Essa non fa parte degli accantonamenti scelti dalle truppe francesi. Il prode suo popolo è la sua migliore difesa. IV. La repubblica francese difender

A Marsala il Presidente del Fascio sig. Ruggieri è coadiuvato nella bisogna dal prof. Pipitone; il presidente del Fascio di Pioppo si coopera col pretore e col comandante il distaccamento delle truppe a ristabilire l'ordine in Monreale.

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