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Sono triste; e sarebbe strano che non fossi.... La mamma è tornata in Isvizzera! dichiarò Bruno, levando ancora gli occhi in faccia alla sua amica. Dov'era prima di venire a trovarti? interrogò questa. , dov'era prima di venire a trovarmi! E io so dove è. È su, in montagna; e si vede un lago, un lago grande, più grande del nostro. Un lago che si chiama come quel giuoco, sai?

Marco rimaneva intento su quella carta, col capo fra le mani, fantasticando tutto quel passato triste, quelle date funebri che avevano funestata la sua famiglia; e non poteva scacciarsi dal pensiero quell'et

Come si rimanesse Giacomo Pico e che torbidi pensieri gli girassero per la fantasia, lascio argomentare ai discreti lettori. Intanto seguitiamo madonna Nicolosina, che triste, assai triste, ma col cuore un tal po' sollevato, scende la scala dell'Alfiere. Diffatti, quella partenza era una liberazione per lei, dopo la lunga oppressura di tutto ciò che aveva dovuto udire e rispondere.

Pei campi fino all'ultimo Orizzonte scorrea lo sguardo anelo, Dove in azzurra linea Si confondono insiem la terra e il cielo... Or quegli anni fuggirono; Serena luce, ahimè perduta, addio! Nella più fitta tenebra S'è rinchiuso, per sempre, il guardo mio. Se me più non allietano I rai del , sovra il mio triste fato Non versate una lagrima: Gioje novelle ora gustar m'è dato.

Sapeva ch'egli aveva dei parenti a Venezia; vi andai. Quindici giorni intanto erano trascorsi. A Venezia finalmente fui informato della triste verit

Ecco una prova dell'acume dei vostri consiglieri. Mi sembrate triste. La solitudine è triste. Come mai, in compagnia di Pietro e di Orsola?

Le piace di cenare, ma odia i discorsi liberi; beve e mangia benissimo, ma ha un inconsiderato amore per i fiori; non è mai triste, ma è capace di guardare la luna con occhi pensosi, Chi, fra le sue amiche, la chiama una posatrice, chi una seccatrice: qualcuna confessa che ella è buona.

L'idea fatalistica risorgeva, più solenne, più logica. Perché dunque la sua fronte si corrugò, come attraversata da un pensiero molesto? Perché le sue labbra s'inarcarono ad un sogghigno triste e amaro?

E voi che ne dite, vecchi magici libri, lambicchi eterni, argentee bilance, telescopi obliqui?.... D'altronde, checchè dicano, hanno torto, i Sapienti, se negano la tua essenza divina, poichè solo il Sogno esiste e la Scienza non è se non il triste deliquïo d'un Sogno!

Anche non sapere ciò che si vuole è uno stato d'animo, pensava Nicoletta; uno stato d'animo doloroso, che pure ha la sua triste dolcezza; uno stato d'animo che non ammette definizioni, perchè ciò che si vuole qualche volta è fuori del mondo. E suo padre e sua madre non potevano capire simili fantasie. Qualche cosa che non fosse troppo comune...