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Il «Ticino» era mezzo vuoto, in quella uggiosa mattinata d'autunno; nessun forestiero tra gli scarsi viaggiatori della prima classe; popolata solo la seconda, di paesani: fattori di campagna con sacchi e fagotti, operai con gli strumenti del mestiere, qualche contadina col capo avvolto nel fazzoletto vistoso, due preti che si preparavano a scendere mentre il moto delle ruote si arrestava, per riprendere subito dopo in senso inverso.

»Egli andava matto per il suono e per il ballo. Era stato soldato di Napoleone e musicante di reggimento; egli sonava il clarinetto in guisa da far stordire. Lo venivano a cercare da molte miglia lontano per tutte le sagre dei dintorni e non si faceva festa senza di lui; era conosciuto per questo da tutte le due parti del Ticino collo stranome di suonatore.

La terza mista di galli e liguri scese per l'Alpi marittime, e, rimasta a destra del Ticino, stanziò in Piemonte. La quarta mista di galli e kimri scese per l'Alpi pennine, occupò i piani tra il Po e l'Appennino, e stanziò principalmente nell'etrusca Felsina, nomata quindi Bologna da' boi una di quelle genti.

Così Vittorio Emanuele fu nominato Caporale dei Zuavi, come altra volta Napoleone Bonaparte era inalzato allo stesso grado a Montenotte. In seguito a questi avvenimenti il generalissimo austriaco, sicuro che ormai l'aspettava una grossa battaglia sul Ticino, aveva pensato a rafforzarsi, e s'era affrettato a richiamare la divisione Urban da Varese, dandole per obiettivo Turbigo.

E gli chiesi che cosa volesse da me. «Un passaporto e un po' di danaro. «Gli diedi mille franchi e gli dissi che avrebbe un passaporto in Ticino. «Fin l

Il turbine della guerra, che aveva travolti oltre il Ticino gli Austriaci, gli spazzò in men di un mese fin oltre il Mincio, divelse piante ducali e arciducali, portò via cardinali. A cardinali e arciduchi successero dittatori gi

la qual cosa stava a dimostrare vassallaggio. Federigo, insofferente di tante ingiurie, cala pel Friuli un'altra volta in Italia, passa su quel di Brescia, dove pubblica una disciplina per l'esercito,¹ e cita i Milanesi. Comparsi, gl'interroga, perchè abbiano riposta Tortona, sottomessa Lomellina, i ponti su l'Adda e sul Ticino rifabbricati. I Milanesi, non potendo con le armi, si difendevano con le parole; non si ascoltavano, e si ponevano al bando dell'Impero. Federigo avanzandosi è respinto al ponte di Cassano. Ladislao Re di Boemia valica l'Adda a Cornaliano; i Milanesi ritirandosi abbandonano il ponte; i Tedeschi incalzando superano i castelli di Trezzo e Melagnano, e pervengono sul contado di Lodi. Qui fu che Eberto da Butena, stimando con un súbito assalto superare Milano, partiva con mille cavalieri alla volta di questa citt

Giá, presente ancora Federigo, aveano essi stessi riedificata Tortona, la fedele alleata, e sconfitti i pavesi contrastanti. Ora, assente lui, ridussero questi alla pace; e punirono piú o meno gli imperiali, il marchese di Monferrato, Cremona, Lodi; ristrinser lor alleanze, fortificarono i passi d'Adda e Ticino.

Aspetti un momento che il battello sia ripartito: proveremo all'osteria del Morello; e se mai, sono qua io. Ma quando il «Ticino», liberato dalle gomene, fischiò sul punto di riprendere la corsa, Perez udì il fischio prolungarsi in un tintinnìo di sonagliere. Rivoltatosi, vide un calessino avanzarsi a tutta carriera, arrestarsi di botto dinanzi al pontile: Lodovico lo guidava.

V'udí i lamenti di Como e Lodi contra Milano, del marchese di Monferrato contra Chieri ed Asti. Barcheggiò dapprima con Milano; e facendosene fornir viveri, risalí il Ticino.