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Aggiornato: 18 giugno 2025
Che non è vero, che non può esser vero che tu mi ami, poichè io non ho nulla per essere amato da te? Tu, indegna, tu?... Ah, se sapessi.... Ma, come ogni volta che ella accennava al proprio passato, Andrea Ludovisi le chiudeva la bocca con un bacio. Taci, taci!... Che cosa vorresti dirmi? di chi vorresti parlarmi?... Non esiste che una sola Costanza, la Costanza mia....
Perchè, quando con dolce e malïardo Labbro mi narri di tua vita errante, L’innamorato e cerulo tuo sguardo Par che tutto mi sugga il cor pulsante?... No, non chiamarmi ai morti sogni e ai baci.... Non posso, taci!...
Sto qui, così... per passare un'ora... per divertirmi. Tu menti, mio vecchio Giano. Come vuole vostra eccellen... Taci! Intanto l'uomo misterioso non aveva più la faccia coperta dal mantello, e Giano poteva liberamente riconoscere nelle sue fosche sembianze il principe Rizzi. Era proprio desso, ch'era venuto incognito e solo nell'osteria della Sora Rosa: ora vedremo a qual fine.
CORONA. Taci lá tu, pazzarella, ché pur troppo è di soperchio a me sola questo cordoglio, senza che tu v'involvi dentro e lei ancora. PAOLA. Non siano parole tra voi! O tu, o tu me lo narri senza piú indugio. CORONA. Piango la mala sorte di mio fratello Teofilo, a te figliuolo. PAOLA. È forse morto? CORONA. Sí, d'onore e reputazione. PAOLA. Maladetto sia l'uomo il quale disprezza la fama sua.
Alberada si stringe nelle spalle, volge la testa verso il cielo che le mandava un raggio di sole dall'abbaino, e non risponde. Ildebrando continua. Per rimandarti libera al priore di Lacedonia come messaggiera di pace. Mio Dio! L'ami tu dunque colui? È mio marito, checchè voi ne pensiate in contrario. Taci, non dirlo, grida Ildebrando di voce convulsa digridando.
Prostrato dalla sua voce assassina, dicevo mentalmente: taci! taci! taci! o «fiera crudele» che io «sono un che piango»! Se volete offendermi, mandatemi la Divina Commedia. Non posso più sentir parlare di Dante. Se non avessi che i suoi versi in cella, farei voto di non leggere più mai. Un suo verso mi provoca il vomito.
PILASTRINO. Ferma! GIRIFALCO. Satenasso! PILASTRINO. Tien quest'altra, per burla. GIRIFALCO. Gambatorta! PILASTRINO. Sta', Girifalco, se ben fossi tócco: ché vengono or. LISTAGIRO. Senti com'io son destro! GIRIFALCO. Maladies! PILASTRINO. E 'l malanno! Taci, un tratto. Lascia fornir l'incanto. LISTAGIRO. Párochros chiè sapròs, hipnilòs, philárghiros, chriódis... Sú! Tien. Ben tócco.
Dormi, figlio... oh, oh!... Taci! le gridò una vecchia Finiscila!... Tutta la santa giornata il lamento di questa scema! Insomma? fece un'altra, rivolta alla superiora Tu non parli, eh, mamma grande? Ve lo dico io perchè non parla esclamò un'altra Questa santa donna... Scoppiò a ridere. E mosse incontro alla suora, minacciosa. Era una delle più singolari di quelle sciagurate.
Ti adoro rispondeva lui, con un tono di maggior sonnambulismo. Poi, un silenzio. La carrozza andava sempre. Torniamo, Paolo? Ancora un po'. È tardi, amore.... Non è tardi. Ma spesso, queste interruzioni dei suoi pensieri, dei suoi sogni lo turbavano molto.... Senza durezza, poichè egli amava Adele, le diceva: Taci: lasciami pensare. A che pensi, amore? Penso; lasciami stare. Dimmi a che....
CRISAULO. Ben l'avev'io pensato: ché la cognosco per la piú crudele, la piú ingrata e scortese che nascesse mai sotto il cielo. Ahi lasso sfortunato! Questo è 'l buon guidardon di tanta fede? Deh non foss'io mai nato! ARTEMONA. Taci, dico. Ascolta. CRISAULO. Sí, s'io posso: ch'io mi sento mancar l'anima dentro. Ma che fia?
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