United States or Austria ? Vote for the TOP Country of the Week !


Damiano! diceva intanto: chi m'avesse detto che t'avrei trovato qui?.... È una gran birbonata che t'han fatto, lo so bene!... Oh, se potessi!... Intanto, è stata la Provvidenza che mi fa capitar qui adesso... Io ho del cuore.... sai? E per te...

Il ragazzo guardò a destra. Poi disse: Vicino al cimitero, tra gli alberi, c'è qualche cosa che luccica. Paiono baionette. Vedi gente? No. In quel momento un fischio di palla acutissimo passò alto per l'aria e andò a morire lontano dietro alla casa. Scendi, ragazzo! gridò l'ufficiale. T'han visto. Non voglio altro. Vien giù. Io non ho paura, rispose il ragazzo.

Ahi, misero! t'han guasto e scolorito Lascivia, ambizion, ira ed orgoglio Che alla colpa ti fero il turpe invito! Siamo a Porta Tosa precisamente nel palazzo del giovine conte Alberto Sampieri. È quasi mezzanotte.

Vienci prima, se ti riesce!... il sor Bolis mi ha tenuto fin ora in prigione: appena sono stato libero, son venuto qua con dieci uomini. Ma ora torniamo indietro.... Neanche per sogno io li i progetti del generale.... se tu sapessi!.... Che c'è? C'è... ma per ora non lo dire a nessuno.... c'è, che ora si scende in Nizza, si proclama la repubblica.... Sogni! Vedrai. E t'han fatto nulla?

FILENO. Guarda gaglioffo! Forse ch'io nol pensai che gli è ubbriaco, questo impiccato? M'era giá venuto il cuor, di compassione e di paura, ad un granel di miglio. Che t'han fatto? Di', Pilastrino. PILASTRINO. Son caduto giú da le mura de la ròcca. Oimei! Aiutami, qua giú nel fosso, fratello, ch'io moro. Vorrei la candela da benedire e ben da bere in questo affanno.

Sai che io ti sono amico, non t'ho mai veduto così severo colle tue figliuole; che t'hanno fatto? Non mi hai detto or ora, come t'han mostrato d'amarti? Dacchè non ti ho riveduto, tu sei mutato in viso, ma molto mutato: segno che non sei contento! Perchè non sei venuto da me?

Avendo proposto morir mille volte prima che viver senza lei, la disperazione mi accecò gli occhi e l'amore mi fe' far quello che ho fatto. SENNIA. Se l'amor bastasse ad escusar gli errori, ognuno si scusarebbe con amore. Ma io, poiché vostro padre, mio marito e figlio t'han perdonato, con non esser men pietosa di loro, t'accetto per genero e mio carissimo figliuolo.

lingua voci 'ntelletto sensi muova giammai senza 'l tuo nome sacro, nome, che sempre, o canti o scriva e pensi, spero pietoso e temo giusto ed acro, Iesú, te dunque invoco per l'immensi chiodi amorosi, ch'alto simulacro t'han fatto in terra al popolo cristiano! Or mentr'io scrivo scorgimi la mano;

PARDO. E a te dia Dio il malanno e la mala pasqua. GULONE. Par che siate adirato meco. PARDO. Toglimiti dinanzi, che mi vien voglia farti cader da bocca cotesti tuoi denti. GULONE. Poca offesa t'han fatto sempre i denti miei. PARDO. Me l'ha fatta la tua lingua. GULONE. La mia lingua v'ha sempre lodato. PARDO. Le lodi ch'escono dalla lingua di un par tuo, son vergogne degli uomini da bene.

Tu lo guardi cosí forte, o Pilastrin? PILASTRINO. Lo voglio affigurare. Li vo' toccar la man, ché siam parenti. Filocrate crestoso, hai pur rubbato la spoglia d'un saccone? e t'hai con essa vestito? A questo estremo di prudenza t'han pur condotto i tuoi ruvidi amori? Guarda che cera! Non pare il legato de la peste e la fame?