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Aggiornato: 14 giugno 2025
Ma non patí ch'appresso gli andassi, ché mi fece un viso arcigno, come quel giorno; e, minacciando forte, parlava da ubbriacco. E tremo ancora. LÚCIA. E questo è vero? Oimè! FRONESIA. Cosí fosse altrimenti! LÚCIA. E che fará? FRONESIA. Potrebbe venir qui con una schiera di quei suoi soldatacci; e tôrti a forza e far quello che vuole e porti poi in vergogna del mondo. LÚCIA. Oimè meschina!
Cleon nostro Di beato far nulla inclito speglio. Dicono che il Manzoni vecchio si compiacesse molto di quella canzonatura dell'amico, e non mi parrebbe niente improbabile, che quelle famose parole de' Promessi Sposi, le quali si pigliano generalmente come un complimento puro e semplice al poeta Giovanni Torti, fossero pure un'amabile vendetta intima di Cleone.
Rammentate ancora i suoi torti? Com'egli rammenta i miei.... Non avete fatto pace? non vi siete spiegati? Nemmen per sogno!... E volete ch'io sia gelosa di lui, quando egli non è geloso di me? Superbi: tutt'e due troppo superbi! osservò Ariberto. Ma è vero o non è vero che Folco non è geloso? incalzò la contessa. Ariberto rise.
Ma ora, in tre anni, quante cose mutate! Tra me e Giuliana era avvenuto un distacco definitivo, irreparabile. I miei torti verso di lei s'erano andati accumulando. Io l'aveva offesa nei modi più crudeli, senza riguardo, senza ritegno, trascinato dalla mia avidit
Girò irrequieto su e giù nella stanza da studio, tormentato dai suoi antichi sogni, il cui ricordo, strana cosa, non lo abbandonava. Aprì due volte lo stipo e lo rinchiuse. La vista delle bombe non gli faceva più piacere. Una voce interna lo rimproverava: Tu fai contro la luce. Ed egli sentiva, che la voce non aveva tutti i torti. L'anarchia? L'unica tavola di salvezza. Gettare la bomba?
Leggendo, agitava il capo, torceva la bocca; all'ultimo esclamò: Ma perchè suonare a morto, mentre tutti suonano a vivo? E quasi le stesse parole trovo nella lettera di risposta pubblicata dal Grassi-Bertazzi: "Molti, anzi moltissimi i torti del governo: ma e tutti incolpevoli noi, noi che non sappiamo altro che piangere il morto?"
Ma i cittadini?... Dormono anch'essi. Oh, se non vegliarono mai neppure di giorno! Se, cullati dalla pace tra le oziose braccia, hanno sempre gli occhi chiusi ai torti, onde vengono oppressi ogni ora, ogni momento? Vigliacchi! hanno veduto la rovina di tante persone lor care, e tacquero. Che fa a loro il soffrire degli altri? E quand'anche toccano una nuova sferzata dall'oppressore, si risentono un tratto, danno una volta stizzosa pel letto gridando, Come si sta male! poi rattaccano più sodo. Se alcuno alza la testa, vede gli altri che dormono, e non l'odono o non gli badano; onde per lo meglio tace, si adatta, e l'ahi che preparava, finisce in un va bene. Quando verremo a liberarli, non ci cureranno: staranno forse contro di noi. Vigliacchi! Eppure tanti ne conobb'io generosi, pronti a versare il sangue per l'utile comune. Or dove sono? Dove son più quei giorni? Ecco! appena diciannov'anni io conto, e gi
Io però non mi accuso di aver troppo abusato della denigrazione nel giudicare i moderni. Rispetto a questi, i miei torti consistono piuttosto in una inconsiderata sovrabbondanza di encomî e di incoraggiamenti.
32 Alle guerriere ed a Ruggier, che meno non han pietosi i cor, ch'audaci e forti, de' bei visi turbò l'aer sereno l'udire, e più il veder sì gravi torti: et obliando ogn'altro affar che avieno, e senza che li prieghi o che gli esorti la donna afflitta a far la sua vendetta, piglian la via verso quel luogo in fretta.
Se il povero consigliere viveva sempre in angustie e aveva perduto il sonno e la fame non si poteva dargli poi tutti i torti. Compromesso coi liberali pe' suoi sentimenti di fedelt
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