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Aggiornato: 4 giugno 2025
To', to' dice il conte strascicando le parole. Siete voi... bel mobile?... Anche voi in ma...a...schera?... Mi gira la testa.... Gi
VIGNAROLO. Basta basta, so che tu cerchi persuadermi che non sia Guglielmo. CRICCA. Vuoi che ti faccia conoscere chi sei? VIGNAROLO. Te ne prego. To', togli questo! VIGNAROLO. O canchero ti mangi! col pugno mi hai rovinato una spalla. CRICCA. Hai sentito la botta, pezzazzo di bestia? VIGNAROLO. Sentitissimo!
Ah!... To!... Veh!... La gran testa d'oca ch'io sono...! E dire che io mi era gi
I vicini non si sapevano assuefare a questo molesto rumore notturno, che col sonno toglieva loro la quiete, e molto meno ai «sospiri, pianti ed alti lai» che dal tenebroso luogo uscivano. ³⁰² Autobiography of Miss Cornelia Knight, Lady companion to the M.e Princess Charlotte of Wales ecc., second edition, v. I, p. 132. London, 1861.
Un signore, vedendo che avevo un libro italiano tra le mani, mi domandò di punto in bianco: "Dove ha lasciato la compagnia?" "Qual compagnia?" domandai io. "O che lei non cantava colla Fricci al teatro della Zarzuela?" "Mi spiace; ma io non ho mai messo piede sul teatro." "To'; allora bisogna dire che il secondo tenore e lei si rassomigliano come due goccie d'acqua." "Bisogna dir così."
Sai, Lena soggiunse; ho trovato Paolo a Castelletto. Egli si era impancato sul portone dell'osteria. È vero che ha faccende? mi dice che non dorme a casa ma va a... a... to' che non mi ricordo. Non avr
Trascorse un mese: all'accaduto non ci pensava più nessuno. To', carogna rognosa.... to'.... Santissimo diavolo, t'ammazzo se ti vedo un'altra volta con le capre nella Riserba! Così il su Carluccio, con un nerbo in mano, tempestava di colpi un povero capraio giacente in terra.
Io parlavo di queste povere ragazze orfane. Nicolò. Esse hanno bisogno di un padre. Teresita. Nicolò. Scrivete «Cara Giacomina.... Nicolò (detta) Ni... co... lò mi a... ma; punto e virgola. -Io a... mo Nicolo. Dunque t... o... to. E Teresita non dice di no. E la cara zietta, senza la cufietta, si lascier
Credo avere aspettato mezz'ora. Udii Violet alzarsi, e tornai da lei per conoscere il mio destino. Ella si teneva una mano sugli occhi e aveva lo scritto nell'altra. Me lo porse e disse piano in inglese, quasi singhiozzando: Forgive me! Be kind to me! Mi perdoni! Sia buono per me! Poi uscì senza ch'io ardissi trattenerla. Aveva scritto così: «Non sono Mrs. Yves come Lei crede.
To' consolati, disse il biscazziere mettendogli davanti un boccale di vino. Olimpio lo vuotò di un tratto, e sospirando lo ripose su la tavola. Tu non mi vuoi bene, riprese il biscazziere, ed hai torto marcio; e per provartelo, se vuoi una dozzina di ducati da giuocarteli, e rifarti, io te gl'impresterò... E chi ti ha detto, che io non ti voglio bene? Anzi io te nè vo' più che al pane...
Parola Del Giorno
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