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Ma le sovvennero le amare parole a lei dette dalla superiora la mattina, quand'essa le chiese licenza d'andare presso la madre morente. Volete voi? le aveva risposto: non voglio io.

Dormi, figlio... oh, oh!... Taci! le gridò una vecchia Finiscila!... Tutta la santa giornata il lamento di questa scema! Insomma? fece un'altra, rivolta alla superiora Tu non parli, eh, mamma grande? Ve lo dico io perchè non parla esclamò un'altra Questa santa donna... Scoppiò a ridere. E mosse incontro alla suora, minacciosa. Era una delle più singolari di quelle sciagurate.

Le monache sono ora in numero di sette e vi furono chiamate da solo un mese; la superiora fu per vent'anni a Roma direttrice del convento di San Spirito, da dove partì, come ella disse, dopo che i Piemontesi bombardarono ed entrarono.

Or bene, riprese la superiora, mi rimetto: solo, dove io non abbia a saper come stieno le cose, dichiaro di lavarmene le mani, e non rispondo di nessuna conseguenza.

E il collegio c'era, bell'e pronto. Un austero convento, celebre come educandato, e dove delle monache aristocratiche insegnavano un monte di belle cose a una falange non meno aristocratica di signorine. Il convento era a Torino, e quella santa regina di Maria Adelaide, quand'era viva, ci andava di frequente. La superiora era una cugina in secondo grado del Principe.

E a una a una, curiosamente, squadrò le altre monache rimaste mute anch'esse e immobili. Nessuna di loro sostenne quello sguardo sfacciato: le suore abbassarono gli occhi, rabbrividendo. Dunque rimarrete con noi, non è vero? disse la bionda Onoratissime! Rispondi! urlò un'altra alla superiora Rispondi a Cocotte! Allora la superiora rispose: . Nove di noi. Le sceglierete voi stesse.

¹⁷¹ Digiuna, o monaca, fa’ penitenza; sconta il lusso che tu sei procurato facendo debiti! E poichè era risaputo che la Superiora delle Repentite non avea voluto partecipare al comune sperpero, ed alla dama della Regina avea fatto intendere che non avrebbe potuto procurarsi l’onore della regale visita, un ultimo verso della canzone esclamava: Viva la monaca d’ ’i Repentiti!

La portinaia, suor Maria Modesta, correva al bucherello in gran travaglio, ch'una seconda scossa villana potea gittare in pezzi la campana. Vide Marfisa, e presto apre la porta, ché avea precetto della superiora; poi chiude l'uscio e le fa innanzi scorta, e la conduce come traditora.

Ho ancora qualche cosa da dirvi soggiunse la superiora. E mentre la chiesuola si rischiarava tutta quanta e di fuori gi

Con noi è la signora Wilson madre; con noi la segretaria comunale, che ha lasciato, honoris causa, il posto nell'altra vettura alla sua superiora diretta; con noi il commendator Matteini e Terenzio Spazzòli. Felicissimo uomo! e pare, a vederlo, che quel posto nel secondo carrozzone l'abbia scelto lui. Il divo Terenzio non si scompone mai, non si turba, non si sconcerta di nulla.