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Aggiornato: 11 giugno 2025
Il suicidio del Tittoli, l'abbattimento in cui aveva lasciato Antonietta gi
Non so. Per suoi scrupoli, forse. Perchè voleva ma non poteva amarne un altro? Non so. Forse. Il suicidio, anche quando pare lungamente premeditato, si compie sempre per un impulso momentaneo ed improvviso. Basta che vi sia un motivo di dolore. Ella ne aveva molti. Ragionate molto bene!... Seppe il principe che ella amava un altro? Non credo. Non ve ne parlò mai? Mai.
Una catena alla gamba, coll'anello massiccio che non si può rompere che colla morte o nel giorno in cui avete finito di espiare la pena, è un tormento senza nome. Quante volte questa catena mi ha fatto pensare al suicidio! <tb> Il galeotto di questo straziante periodo, che si chiuse, credo, nel 90, veniva accoppiato con un altro.
Alla mattina del lunedì la Corte andò alla sua cella a redigere il verbale del suo suicidio, e la direzione mandò il cadavere a Musocco. Le prove contro di lui erano schiaccianti. Incapace di resistere al fuoco dei testimoni, volle morire lasciando credere alla persona che gli era forse ancora cara che egli moriva vittima di un'accusa infame.
Era la prima volta che egli si ritrovava dinanzi al magistrato dopo il giorno che questi, trionfando delle sue argomentazioni, aveva detto di credere fermamente al suicidio. La confusione del giovane era estrema, non sapendo che cosa potevano ancora volere da lui.
Non era degna! pensò finalmente anche Adolfo, rinunziando al suicidio. Dopo tutto, era senza un soldo e non aveva che superbia!
Quando pensavo a lei, sentivo la fede e Dio! quando mi sentivo squallido e senza speranze, pensavo al suicidio, quasi come a un candido sogno! quando vedevo dei luoghi ameni: dicevo qui non c'è lei! quando vedevo delle fanciulle mi sentivo l'anima innondata di pace! quando vedevo dei bimbi, mi venivano le lagrime agli occhi! Mio Dio, al mio corpo nervoso, cupido, febbrile ho negato gli amplessi della femmina nuda; ho impazzito pensando alle volutt
O voi, fedelissimi amanti che vi desolate nelle pene di un amor contrastato, immaginate la disperazione di quei due! Le loro lettere non si potevano più leggere, perchè le lagrime cancellavano le parole; filze di punti ammirativi da sembrare soldati prussiani sotto le armi, seguivano le diuturne imprecazioni alla sorte, al destino, al fato e ad altri esseri impersonali che non potevano rispondere; mille progetti fantastici erano creati, discussi e poi rigettati. Carlo avrebbe voluto fuggire con Maria, ma suo padre non gli lasciava danaro e sarebbe stato difficile riunire le nove lire e cinquanta per un viaggio in due sino a Napoli; pensarono per un momento al suicidio, ma.... trovarono che non risolveva le difficolt
Così quella lettura procedette lenta; avevo acceso il lume da un pezzo, ed il mio orologio sonava le dieci e mezzo, quando giunsi all'ultima pagina a cui era incollata la lettera, fredda, amara, disillusa come il pensiero del suicidio.
Non c'era spettacolo in cui non facesse due o tre sbagli di questo genere: Sciagurato! il beleno vevesti? Signor conte: il tranzo è in pavola. Allora, io lo afferro per un braccio e gli dico: traditore? se ti sfugge un morto, sei motto! Ma il più famoso e stato questo: In un dramma a base di suicidio, Martino faceva la parte di un "servo devoto".
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