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Aggiornato: 21 giugno 2025
|Grisostomo|. |Idee del signor Sismondi sul poema di Dante| Piaccia a' lettori di richiamarsi alla memoria l'Articolo sopra un articolo inserito nel numero 34 del Conciliatore, e la licenza chiesta loro di recare in altro numero un transunto delle considerazioni del signor Sismondi sulla Divina commedia, stampate da lui nel suo libro Della letteratura del mezzogiorno d'Europa.
Signori del Tribunale, pagina tale... Io ho fatto chiudere le porte per potervi leggere con un'antipatia piena di compiacenza, con una compiacenza piena di antipatia, queste pagine, queste righe orribili, che mi danno un po' del piacere che forse ai ragazzi danno le righe orribili del vocabolario, quando sono fra le loro mani per la prima volta, in cui si definiscono i genitali del maschio e della femmina: righe orribili che non si capisce perchè siano stampate in libri che vanno per le scuole, in cui si definisce quella parte deliziosa che non voglio nominare e la seconda parte che non posso nominare, e la terza parte che è deliziosa in Germania ma che non voglio nominare e che riesce deliziosa anche in Italia».
Non ripeteremo dunque le parole stampate da noi tempo fa; nulla vogliamo aggiungere ad esse, nulla levare.
Le belle cose che ti diceva parlando di Dio e leggendo le poesie! gli orrendi tumulti che si suscitavano nell'anima mia quando ti recitavo il mio Giuliano! Il Giuliano è incatenato in questo mio povero, sporco e meschino corpicciuolo, e lo squassa e lo uccide! Ero buono, ti confesso, una volta, gentile verso la Madonna, fiducioso in Dio. Ed ora? Non leggo più poesie stampate.
Il meriggio è cocente; di certo ella verrá colle sue compagne a ristorarsi sotto quest'ombre, in riva a questo ruscello. Ecco le orme de' suoi piedi eleganti; eccole qui sulla sabbia; e le sono orme stampate di fresco. Eccola, eccola; la delizia dell'anima mia siede colle sue ancelle sovra un sasso liscio liscio e tutto cosperso di fiori recenti.
La mano convulsiva del principe tenta invano di riprendere la tazza... Se è vero che l'occhio del basilisco abbia potenza di istupidire i riguardanti, direste che il principe abbia appunto, in quella fitta compagine di parole stampate, incontrato lo sguardo del rettile fascinatore.
Non v'atterrite d'una mia lettera; è l'ultima che avrete da me. In alcune pagine stampate or ora, e che probabilmente vi giungeranno, ho detto che mi separava dalla cospirazione ufficiale e con questo nome io intendo voi, gli amici vostri, i vostri in Genova e altrove. Ma questa separazione cova per me tanto dolore, che sento il bisogno di dirvelo. Voi siete uno di quelli, ai quali io guardava, anni sono, con vero affetto, come a quelli che io sperava avevano più inteso il culto della patria italiana e avrebbero più logicamente dedotte conseguenze pratiche di questo culto. Non so se a voi e agli amici vostri, pochi anni cresciuti, dolcezza di vita, sofismi di mezzi ingegni, o altro abbiano intorpidito gli affetti, come vi hanno fatto infedeli ai sogni dei vostri primi anni. A me, venticinque anni di stenti e di delusioni, non hanno potuto togliere l'interna vitalit
Dunque lo patiranno i sudditi; e, se questo è, dunque ne patirá il principe stesso, pregiudizio del quale è sempre ogni danno de' suoi popoli. Bella cosa pareva a prima vista ad alcuni in Milano, del 1674, il partito che proponeva un tale, di cui sebbene ho veduto il nome in scritture stampate, nondimeno non ho necessitá di narrar altro che il fatto.
Le vicende della vita e della fama del Macchiavelli si rassomigliano molto. Entrambe furono contrastate dal tempo, aspreggiate dalla miseria, quasi soffocate nell'oblio. Le sue opere maggiori stampate, lui morto, non ottennero subito troppa stima; il pensiero non ne fu giudicato grande, la forma perfetta. Solo il Principe colpì lo spirito del pubblico, e mantenendovisi come nello spasimo di un problema, parve salvare da una probabile dimenticanza il nome di Macchiavelli. I pochi contemporanei amici del Macchiavelli che l'avevano letto, non gli dettero, quantunque apprezzandolo, un briciolo dell'importanza che doveva poi acquistare: l'autore stesso non lo stimò mai tanto e non avrebbe osato ripromettersene la celebrit
Stampate, sono stampate non meno correttamente di quelle. E se vi piace, i nostri editori potranno, con poca spesa in piú, riprodurre anche i famosi apparati critici. Appropriazione indebita? E via, cari signori, tante volte avete dichiarato che il lavoro scientifico è patrimonio comune, acquisito alla cultura mondiale!
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