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(spingendo nervosamente lontano l'incartamento, che si squinterna, parte sulla tavola e parte per terra) Ah chi si', di marmu?.... Agghiazzatu!... Lèvili, 'ssi carti.... 'annunca 'i scicu!.... (le spinge ancora in l

Immaginai Eugenio sulla tolda d'un bastimento veleggiare verso Civitavecchia e spingendo lo sguardo nell'orizzonte ricercare la terra che abbandonava e l'amico perduto. Io non gli aveva detto addio, non me l'ero stretto al cuore prima di lasciarlo partire avea così spezzato bruscamente quella catena affettuosa che stringeva da tanto tempo i nostri cuori.

Percosso all'improvviso e non potendo sostenerne la fulgida luce, tentò rimuoversi dal posto spingendo l'avversario; questi s'accorse e tenne fermo. Il sole gli abbarbagliava la vista; ciò nullostante l'ufficiale provò vincerne la molestia e tentare disperati sforzi sopra il conte; ma fu invano.

Vicenzino non sembra contento del mio matrimonio, disse l'Elena rientrando presso il padre, e spingendo la sua poltrona a ruote per condurlo a coricarsi. Il vecchio scosse il capo bianco, e sospirò: Gli è che la vita sar

Ma più sul tardi furono viste altre schiere, venire innanzi spingendo sui muli, sulle barelle, una moltitudine di feriti; e a mirare come erano scomposte, e come correvano ora alla sfilata, ora affollandosi, si capiva che tornavano dalla battaglia seguita il mattino verso Settepani.

La trovai stupida, e spingendo la carta sulla tavola con disprezzo le dissi: Non capisce mai nulla lei! Allora ella capì il senso ch'io dava a quel gioco di parole. Si fece rossa come una vampa, e l'occhio le brillò di gioia, e guardò quella carta coll'angosciosa passione con cui si guarda addietro un'occasione che fugge... Ma non disse una parola di più.

«Zitta! disse il signor Fedele tra denti: udite? il barone arriva..., guai a chi osa fiatare». E spingendo la cieca e Margherita verso la loro camera minaccioso, le chiuse; poi si fece sulla scala a vedere l'Alemanno che saliva aiutato dal frate. Il barone era pallido, e pareva tornato ai giorni in cui la febbre della ferita l'aveva più travagliato.

Si fermò tre o quattro volte, girò e rigirò attorno al tugul dalle cui fessure uscivano raggi di luce, poi entrò. Fathma e Omar balzarono fuori dal cespuglio, e si appostarono ai lati della porta, spingendo gli sguardi nell'interno della capanna. Frenati, mormorò un'ultima volta Omar. Non aver paura di nulla, rispose Fathma. Ora Elenka è mia! CAPITOLO XV. Due tigri

Ora si figuri il lettore: se un cavaliere che spingendo la lancia indietro per aver più slancio a vibrar il colpo in avanti, colla parte posteriore della lancia incontra il muso d'un cavallo legato alla coda del proprio e più forte, ne risulta necessariamente che il più forte cavallo, per non essere ferito nel muso, s'innalbera e trascina indietro cavaliere e cavallo.

Di vero il Pellicano ha sortito dalla natura una specie di tasca appesa sotto il collo, nella quale ripone, e conserva i pesci che pesca: quando egli nudrisce i suoi piccoli figli se gli mette tutti dintorno al seno spingendo fuori della tasca il cibo in cima del becco, ch'è di colore vermiglio, ed in questo modo gl'imbocca: di qui l'errore popolare.