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Quando fu prossimo il mese mariano, un’amorosa diligenza sollecitò le Benedettine al paramento dell’oratorio. Si spargevano esse nel verziere claustrale tutto fiorente di rose e fruttificante di aranci, raccogliendo la messe del maggio novello per deporla ai piedi dell’altare.

«E i rematori dai banchi si ritrassero, ciascuno abbrividendo in volto mentre partenti influssi spargevano addietro un freddo attraverso il luogo e l'ombra della barca vacillava lungo l'immota profondit

Le carrozze furono di buon'ora alla porta: il fracasso dei servitori che andavano e venivano per le gallerie, svegliarono Emilia da un sonno affannoso. Il suo spirito agitato le aveva rappresentato tutta notte le immagini più spaventose ed il più tristo avvenire. Fece ogni sforzo per bandire queste sinistre impressioni, ma passava da un male immaginario alla certezza d'un male reale. Rammentandosi che aveva lasciato Valancourt, e forse per sempre, il cuore le mancava a misura che la sua immaginazione se lo rappresentava lontano; questi sforzi spargevano sulla di lei fisonomia un'espressione di rassegnazione, come un legger velo rende la bellezza più interessante nascondendone soltanto qualche debole tratto. Ma la signora Montoni notò il di lei pallore straordinario, e la rimproverò severamente; disse alla nipote che male a proposito si era abbandonata ad inquietudini fanciullesche, che la pregava di osservare un po' più il decoro, e non lasciar trasparire che fosse incapace di rinunziare ad un affetto poco conveniente. Fu servita la colazione: Montoni parlò pochissimo, e parve impaziente di partire. Le finestre della sala guardavano sul giardino, e nel passarvi vicino, Emilia non potè fare a meno di dare un'occhiata a quel luogo, ove, nella notte precedente, erasi separata da Valancourt. Gli equipaggi erano gi

Avvicinandomi all'Italia, il sorriso di questo cielo sempre sereno, parea che mi annunziasse che qui risplende la virtù de' tuoi occhi: parea che le Alpi monti aggiungessero a monti per allungare il mio cammino: oh! ma che son mai quelle rocce eterne innanzi all'immenso amor mio? fuggivano sotto l'instancabile mio piede, e parea che col rumore i torrenti mi chiamassero in tua voce e dicessero, affretta; parea che al mio passaggio vedendo i miei tormenti si sciogliessero i ghiacci, e vola mi ripetessero, vola in seno ad amore: le stesse campane della sera che spargevano un queto suono di vetta in vetta, sembravano dirmi in loro flebile metro: noi siamo figlie della pace e a te l'annunziamo.